Sarà un tributo a Jimi Hendrix
A distanza di 40 anni dalla prematura scomparsa dell’uomo che ha rivoluzionato il modo di suonare la chitarra elettrica, c’è ancora tantissima gente che continua a comprare i suoi dischi ed emozionarsi davanti alle sue incredibili performance live. Venerdì 1 aprile, alle 22 e 30, presso la caffetteria “La romantica” a San Giorgio Jonico (via Giotto angolo via Bernini) “I Burning Lamp” saranno impegnati nell’audace ed elettrizzante spettacolo “Jimi Hendrix tribute band”, tentando di riproporre con la loro passione, dirompenza e arte d’improvvisazione, i live dell’eclettico chitarrista.
Di sicuro non si tratterà della solita fredda fotocopia delle registrazioni in studio ma una vera live experience. In scaletta vi saranno brani storici come “Purple haze”, “Hey joe”, “Foxy lady”, ma anche un po’ di merce rara come “If 6 was 9”, “Third stone from the sun” e “Burning of the Midnight Lamp” per informare i meno esperti che dietro i brani più “commerciali” (sempre considerando il livello più alto dei canoni commerciali dell'epoca), ci sono una serie di brani che mettono in mostra la voglia di sperimentare e di rivoluzionare non solo il modo di suonare la chitarra, ma anche il modo di intendere la musica, uscendo dallo schema classico tanto amato dai produttori di concentrare tutto in 3 minuti!
Jimi Hendrix è considerato uno dei più grandi chitarristi della storia della musica, oltre che uno dei maggiori innovatori nell’ambito della chitarra elettrica. Fu il precursore del sound delle future evoluzioni del rock attraverso un'inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.
Secondo la classifica stilata nel 2003 dal “Rolling Stone Magazine”, Hendrix è il più grande chitarrista di tutti i tempi. La sua esibizione in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è indimenticabile ed ha fatto storia, divenendo per lui, un vero e proprio simbolo. L’immagine del chitarrista che, con dissacrante arte, suona l’inno nazionale americano in modo provocatoriamente distorto è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo musicale come uno dei punti di svolta nella storia del rock. Nacque da madre di origini cheyenne e padre afroamericano e passò l’infanzia in un quartiere disagiato.
A nove anni dopo il funesto divorzio dei suoi fu affidato alla nonna paterna. A sedici anni circa perse sua madre e proprio in quel periodo ebbe la sua prima chitarra. Curioso risulta il fatto che la sua prima chitarra fosse per l’uso della mano destra, mentre lui era mancino. Tuttavia imparò notevolmente in fretta a suonare la chitarra girata al contrario, abitudine che poi conserverà. La scoperta dello strumento fu per lui come un’illuminazione in tanta desolazione. Per cui lascerà la scuola prima di ottenere il diploma e iniziò a dedicarsi alacremente alla musica.
I suoi punti di riferimento furono chitarristi blues di Chicago come Elmore James, Muddy Waters, Buddy Guy ed Albert King, nonché le leggende del delta blues, come Robert Johnson e Leadbelly, e del rock and roll, come Chuck Berry. Ma torniamo al venerdi sera e a “I Burning lamp”, a coloro che quindi oseranno tanto con molto coraggio. La ardimentosa band è composta da musicisti che come ricorderanno bene i loro fan, nello stesso gruppo (la “Pantomima dei buoni propositi”per Francesco Festinante e Mr. Gumbo) o in gruppi diversi ( il “Deja-Vu” per Francesco Festinante, “Gap”, “Craxy Driver” e “Spectrum” per Mr. Gumbo e “The Shoes” per Andrea Basile), hanno già condiviso le stesse realtà musicali con l’intenzione ora di compattarsi in un agile ed efficace “power trio”.
I musicisti sfrutteranno la loro esperienza, ricordiamo il premio critica “Rock'n festival 2005” per “La pantomima dei buoni propositi “ con l’apertura del concerto di Richard Sinclair e l’Iron maiden band “Deja-Vu” riconosciuta dal fan club nazionale, nonché la registrazione del Cd nel 2010 per “The Shoes” dal titolo omonimo e anche quella del Cd autoprodotto per “Gap”.
Francesco Festinante, a nome della band, assicura che non mancherà la passione, e che non si lasceranno sfuggire l’occasione per rendere il loro personale omaggio al grande Hendrix, garantendo che nessuno strumento verrà bruciato a fine concerto.
Vito Piepoli