sabato 23 novembre 2024


15/04/2011 11:48:25 - Maruggio - Calcio

«Siamo garantisti, ma si applichi la giustizia»

 
Con riferimento alla stagione agonistica appena conclusa, l’ASD Maruggio calcio desidera portare all’attenzione di tutti gli sportivi- addetti ai lavori, organi federali e istituzionali, semplici appassionati- alcune considerazioni e sollecitazioni che spera non rimangano lettera morta.
L’ASD Maruggio calcio, al termine del campionato di Eccellenza pugliese 2010-2011, si è piazzato al penultimo posto della classifica, e ha quindi conseguito il risultato della retrocessione diretta.
L’ASD Maruggio calcio nell’accettare serenamente, e con la consapevolezza di aver dato il massimo per onorare i propri colori e lo sport in generale, il verdetto emesso dal campo, manifesta alcune riserve che avrebbero “peso” nella graduatoria finale. Riserve che riguardano fatti extra-calcistici che, nondimeno, rischiano di condizionare o falsare gli esiti del rettangolo di gioco. Ci si riferisce, per la precisione, all’affaire-Fasano, caso che ha riportato alla ribalta nazionale la piaga delle combine e degli illeciti sportivi, soprattutto nel calcio dilettantistico, dove il livello di guardia e di attenzione è inversamente proporzionale ad un atteggiamento omertoso sempre più imperante. E quando qualcuno ha il coraggio di sfondare quel muro di silenzi, tutto il movimento calcistico non può che trarne giovamento e ricondurre ad una dimensione di correttezza e pulizia quello che a torto o ragione viene considerato lo sport più bello del mondo. Sempre che le sanzioni siano congrue e proporzionate agli accadimenti. Sempre che gli organi competenti abbiano la voglia e la volontà di applicare, secondo scienza e coscienza, il regolamento. In una parola: credibilità.
Ma andiamo per ordine. Il 30 gennaio scorso si disputa la partita Fasano-San Paolo, terminata 1-0 a favore dei brindisini. Ma quello che attira l’attenzione non è il risultato maturato sul campo, bensì la bomba consegnata dal calciatore del San Paolo Junior de Camargo e fatta deflagrare dal suo presidente.
Alla vigilia dell’incontro, l’attaccante brasiliano gira un video dal quale si evince chiaramente che un tesserato del Fasano calcio, il direttore sportivo Vito Morisco, tenta di comperare le sue prestazioni rilanciando fino alla consistente cifra di 3.000 euro. Attività che il Codice di Giustizia Sportiva configura come illecito e cioè come atto diretto “ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica” (art.7, 1° comma). E lo stesso articolo, al 2° comma, si affretta a rinviare all’art. 1 la individuazione dei soggetti punibili, nei quali rientra, evidentemente, oltre alla società, anche la figura del direttore sportivo. Basterebbe già questo per far maturare la possibilità di una punizione esemplare.
Ma chi ci dice che anche in altre circostanze non siano stati approcciati e perpetrati comportamenti illeciti, magari andati a buon fine?
Da garantisti lasciamo sempre a tutti la presunzione di innocenza, ma il dubbio di una reiterazione resta. Esemplare il commento del coraggioso de Camargo “questo calcio è uno schifo”, che sa tanto di sentenza senza possibilità di appello. Noi crediamo, semplicemente, che chi ha sbagliato, contravvenendo ai principi dell’etica e della lealtà sportiva, debba pagare. E proprio per questo ci auguriamo un’indagine approfondita e scevra da ogni condizionamento da parte dei soggetti competenti, in cui, una volta tanto, politica e giochi di potere non trovino diritto di cittadinanza. Abbiamo parlato del caso-Fasano come di un caso nazionale perché, nonostante riguardi una partita a carattere regionale, esso ha assunto i contorni e il clamore che solo i grandi media sono in grado di conferire, e che giustamente hanno ritenuto di assegnargli data la gravità dei comportamenti messi in atto.
E se è vero che “verba volant, scripta manent”, le immagini video hanno una forza ancora maggiore, quella della immediatezza, dell’inconfutabilità e della chiarezza. Aggettivi che l’ASD Maruggio calcio si augura di poter applicare ad ogni eventuale decisione che gli organi competenti si riserveranno di adottare. Una decisione immediata, o comunque celere, per non falsare il campionato appena concluso e dare la possibilità a chi non ha barato di giocarsi un’ulteriore chance, questa sì sul campo. Se l’atleta vincitore di una medaglia viene trovato positivo all’antidoping, la medaglia gli viene tolta e giustamente assegnata a chi lo segue. Il calcio non deve fare eccezione a questo buon esempio.
Una decisione chiara, come chiaro è il Regolamento, aldilà del peso specifico che una piazza come Fasano può vantare nei confronti della piccola, ma dignitosissima Maruggio. Una decisione inconfutabile, che sgomberi il campo da pericolose insinuazioni, capaci di minare la serietà e la credibilità di tutto il movimento calcistico pugliese. Non siamo così ingenui da pensare che “l’importante è partecipare”, ma siamo ancora legati ad una visione romantica del calcio e della vita per cui “l’importante è partecipare con onestà e dignità”, a prescindere dai risultati.










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