Leonardo Giangrande: «L’atteggiamento della Regione ci indigna come cittadini e come operatori turistici»
Venti di guerra per la firma del decreto per l’avvio dell’iter di esproprio dei terreni per la costruzione del depuratore consortile a San Pietro in Bevagna. E’ braccio di ferro tra la Regione Puglia e le popolazioni dei Comuni costieri (Manduria, Maruggio, Avetrana) del versante orientale della provincia, interessati al progetto di costruzione del depuratore consortile Sava-Manduria con scarico a mare. Malgrado le dure proteste degli abitanti e il pronunciamento dei Consigli Comunali di Manduria ed Avetrana dei mesi scorsi, la Regione è decisa ad andare avanti nel progetto e ad ignorare – come abbiamo in più occasioni sottolineato - il sentimento delle popolazioni locali. L’altro ieri i sindaci dei Comuni coinvolti – era assente quello di Sava - sono tornati a riunirsi per valutare le iniziative da intraprendere alla luce del recente decreto – firmato dal presidente Vendola - di conferimento del mandato all’Aqp.
«L’atteggiamento della Regione» afferma Leonardo Giangrande, presidente di Confcommercio Taranto, «ci indigna come cittadini e come operatori turistici. Si vuole imporre un progetto a forte impatto ambientale, non condiviso dalla comunità locale. Premesso che siamo pienamente d’accordo sulla realizzazione di un impianto di depurazione dei reflui, quel che contestiamo è la tipologia di impianto che si sta per realizzare che, come abbiamo più volte sottolineato, e come hanno confermato le relazioni tecniche a sostegno dei pronunciamenti dei Consigli comunali di Manduria e Avetrana, presenta caratteristiche tecniche obsolete. Riteniamo inoltre che la realizzazione di un impianto di depurazione con scarico a mare sia un controsenso in un territorio a forte valenza naturalistica, dichiarato dal 1997 ‘Area Naturale Protetta’ e nel quale si vorrebbe realizzare il parco delle Dune. La Regione ci dovrebbe spiegare come intende conciliare la progettualità turistico-ambientale con la realizzazione di interventi a così forte impatto ambientale.
Per cui non diciano ‘No’ all’impianto di depurazione, ma ribadiamo invece l’esigenza che si individuino soluzioni che non presentino controindicazioni così evidenti. In ragione di quanto affermato siamo pronti a schierarci accanto alle popolazioni locali e a sostenere le eventuali azioni di protesta».