Un punto a favore della Regione, che ora potrebbe iniziare i lavori senza ascoltare le proteste della gente
Il TAR Bari ha rigettato la domanda cautelare avanzata dal Comune di Manduria in merito al provvedimento favorevole di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) rilasciato dalla Regione sulla compatibilità ambientale del progetto di realizzazione dell’impianto di depurazione consortile. I lavori, quindi, potrebbero iniziare sin da subito.
La determina favorevole alla realizzazione del depuratore consortile era stata adottata in seguito ad un procedimento rinnovato dalla Regione Puglia, a seguito di una precedente sentenza di annullamento emessa dal Tar Lecce circa un anno e mezzo fa, su ricorso dello stesso Comune di Manduria.
Il comune ricorrente, anche questa volta, aveva tuttavia chiesto la sospensione dell’efficacia del provvedimento, in attesa della definizione del giudizio di merito, rilevando come la Regione non avesse puntualmente rispettato, prima di giungere ad un giudizio di compatibilità ambientale dell’opera, la normativa in materia di VIA, e contrastando la soluzione tecnica prescelta, quella cioè che prevede lo scarico dei reflui depurati in mare (nella marina di Torre Colimena), non compatibile, sempre secondo il Comune di Manduria, con la particolare tipologia del corpo recettore, peraltro ricadente in area Sic (Sito di importanza comunitaria).
Nel giudizio innanzi al Tribunale amministrativo si erano costituiti, in difesa della legittimità del provvedimento impugnato, la Regione Puglia, l’Acquedotto Pugliese (che nel frattempo ha già avviato le procedure espropriative), il Commissario delegato per l’emergenza ambientale e il Comune di Sava, quest’ultimo con l’avv. Gianluca D’Oria.
Accogliendo un’eccezione di incompetenza territoriale proposta dagli enti resistenti, il procedimento era stato trasferito dal Tar di Lecce a quello di Bari.
Grande soddisfazione esprime l’avv. D’Oria per il risultato raggiunto. Nel corso dell’ultima udienza, quella del 27 luglio, D’Oria ha sostenuto che “la realizzazione del depuratore consortile riveste un’importanza fondamentale per la collettività e, indistintamente, per tutti i comuni interessati, trattandosi di un’opera pubblica che, dopo anni di estenuanti attese, consente finalmente di porre rimedio ad una situazione di anacronismo strutturale, che ha finora alimentato solo forme di illegalità diffusa nello smaltimento dei liquami, contribuendo peraltro a dare un’immagine non proprio edificante delle nostre realtà territoriali”.
L’avv. Gianluca D’Oria ha poi precisato che “la soluzione progettuale prescelta è in realtà l’unica in grado di contemperare le diverse esigenze connesse ai tempi di realizzazione dell’impianto, ai costi economici e al possibile impatto ambientale sulle matrici ambientali”.
Il Tar di Bari, accogliendo le argomentazioni del Comune di Sava e delle altre parti costituitesi in giudizio, ha ritenenuto legittimo il provvedimento, anche in ragione della specifica previsione contenuta nel Piano di tutela delle acque, nonchè insussistente il paventato pericolo di un danno irreparabile nel caso di inizio dei lavori di costruzione del depuratore.
Si è in attesa, ora, della trattazione di analogo ricorso del Comune di Avetrana, sul quale la decisione del Tar Bari dell’altro ieri è destinata ad avere decisivi riflessi.