Il primo cittadino ipotizza anche forme di risarcimento ai proprietari
Nel dibattito in atto fra i progettisti del Piano del Parco e gli imprenditori agricoli le cui aziende ricadono all’interno del perimetro delle aree protette, si inserisce anche il sindaco Paolo Tommasino.
«Sinora non mi ero mai confrontato con i progettisti del Piano del Parco» ha premesso il primo cittadino di Manduria. «Ma credo sia giunto il momento di intervenire per evitare che il Piano prenda una piega non corretta. Ritengo che le preoccupazioni degli imprenditori siano giuste: non possono subire dei danni a causa delle prescrizioni regionali. Il Piano non può contenere, ovvero, sono delle prescrizioni rigide. Bisogna trovare un punto di equilibrio fra la necessità di tutelare gli habitat presenti e quella di non danneggiare, forse irrimediabilmente, le aziende agricole, alcune storiche, che vi operano all’interno. Per riuscirci, io credo che il Parco non può essere il prodotto di una elaborazione concepita al chiuso di uno o più studi. C’è bisogno, insomma, del confronto con gli imprenditori. Non solo teoria, quindi, ma anche pratica».
Nel caso, invece, in cui le prescrizioni regionali si trasformassero in condizioni capestro per alcuni aziende (in particolare per quelle che si trovano nell’area B delle Riserve Naturali), Tommasino ipotizza anche possibilità di ristoro.
«Se le aziende subissero dei danni chiari e certi, allora bisognerebbe trovare delle forme di ristoro o degli accordi preventivi. L’agricoltura è già in crisi. Le aziende non possono ricevere ulteriori “colpi bassi”. Concordo nella necessità di tutelare le aree protette, anche se mi convinco sempre più che ci sia anche bisogno di un controllo costante sul territorio. Le sole prescrizioni del Piano non saranno sufficienti…».