Ecco provato come Manduria continui a pagare l’assenza di consiglieri regionali espressi dalla città
C’è il «Carnevale di Massafra» e il «Torneo dei rioni di Oria», che ottengono 100mila euro ciascuno e fanno contenti, rispettivamente, i consiglieri Pd Michele Mazzarano e Pino Romano. Ma perché negare altri 200.000 euro alla «rievocazione storica della Disfida di Barletta», 200mila euro alla «valorizzazione di Canne della Battaglia» o 150.000 euro agli eco-musei di Ariscianne e Canne, in modo da tenere contenti quelli del partito trasversale di Barletta (Franco Pastore del Psi, Giovanni Alfarano del Pdl e Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea del Pd)?
La notte si dice che porta consiglio, ma in realtà nel vero Consiglio (quello della Regione) la nottata ha fatto spiovere una valanga di leggi-mancia a favore di questo o quel consigliere, di questo o quel partito, perché tutti si potesse tornare nei propri collegi elettorali con un «trofeo» strappato al Bilancio di fine anno. Un assalto alla diligenza (per quei «bruscolini» che la risicata manovra della Puglia poteva liberare) che la dice lunga sulla aspettative di voto - e di speranza di rifarcela alla prossima tornata - che incalzano i corridoi di via Capruzzi.
Nascono così nuove alleanze (o partiti territoriali) a seconda delle convenienze. C’è Barletta, che facendo squadra l’ha fatta da padrone, ma non sono stati da meno, rivendicano con orgoglio Anna Nuzziello (Puglia per Vendola) e Giannicola De Leonardis (Udc), i «consiglieri regionali di Capitanata, che hanno serrato le fila per il voto unanime sull’emendamento che assegna 1.000.000 di euro ai voli da e per Foggia». Meno, 100mila euro, il foggiano Pino Lonigro (Sel) è riuscito, invece, a strapparli per i lavori di ripristino della Basilica del Santuario dell’Incoronata di Foggia, mentre il brindisino Euprepio Curto (Fli) si è dovuto accontentare di un blando ordine del giorno che impegna la giunta a darsi da fare sulla bonifica e risistemazione del letto del Canale Patri di Brindisi.
Certo, il «partito dei barlettani» porta a casa anche i 300mila euro per la messa in sicurezza dei fabbricati, mai così attesi dopo la strage di Barletta del 3 ottobre, ma quando Sel ha visto schierarsi con loro l’assessore Amati (che voleva aggiungerci i 600mila euro dell’articolo sullo Sport proposto dal governo e bocciato, più i 20mila euro della delegazione della Regione a Roma, anch’esso saltato), non ci ha pensato due volte a fare barricate per ottenere lo stop e «vendicarsi» dei franchi tiratori della maggioranza che avevano teso la trappola. Che dire poi degli stipendi nelle Comunità montane? Dovevano essere sciolte dal 2009, ma la Consulta ha bloccato tutto e dunque sono ancora lì (c’è anche quella più «bassa» d’Italia, la Murgia tarantina) con i loro dipendenti. Al barese Gerardo Degennaro e al tarantino Donato Pentassuglia(Pd) il merito di garantire gli stipendi per altri sei mesi.
Restano, invece, con l’amaro in bocca i centristi dell’Udc. Hanno ottenuto 380mila euro per le strutture di accoglienza delle Caritas, ma si sono visti respingere come inammissibile l’emendamento che stanziava 50mila euro per ciascun oratorio da ristrutturare. «Non chiedevamo la luna» urla Peppino Longo (Udc), di fronte alle tante «mance» elargite qui e là dal Bilancio. «Quando si parla di oratori il governo Vendola si fa rosso in viso - tuona il capogruppo Salvatore Negro - probabilmente si intendono privilegiare solo agenzie e “fabbriche” (chiaro il riferimento a quelle di Nichi, ndr)». E ora, forti dei numeri traballanti dimostrati anche in questa occasione dal centrosinistra (col governo andato sotto per due volte), minacciano ritorsioni: «rivedremo il nostro atteggiamento nei confronti della maggioranza». Difficile dialogare, è l’affondo del coordinatore regionale Angelo Sanza, «con un’area laicista del più vetero comunismo difficile a morire».