Le rassicurazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Curri
«Il mosaico di piazza Garibaldi, che raffigura il simbolo di Manduria, non sarà distrutto. Resterà in piazza, ma stiamo cercando la soluzione più funzionale e meno costosa».
L’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Curri, spegne ogni allarmismo. I lavori di riqualificazione di piazza Garibaldi non comporteranno il “sacrificio” del mosaico.
«Il problema si è posto perché, per evitare ulteriori, costosi e lunghi, saggi archeologici al di sotto della piattaforma, si è deciso di elevare piazza Garibaldi: era questa l’unica soluzione consentita dalla Soprintendenza, che, altrimenti, non avrebbe consentito gli scavi senza preventivi studi archeologici» è la premessa dell’assessore Curri. «Poiché il Comune si è già dovuto sobbarcare costi imprevisti per scavi eseguiti in altre zone interessate dal progetto di riqualificazione del centro cittadino, che hanno prosciugato ogni economia, e poiché gli eventuali ulteriori saggi in tutta l’area della piazza avrebbero comportato una dilatazione dei tempi di lavoro non più consentibile (anche per rispettare le esigenze delle attività commerciali della zona), si è allora deciso di sopraelevare di qualche centimetro la piattaforma della piazza. Il mosaico, a questo punto, sarebbe stato sottoposto rispetto al resto della piazza».
C’è stato, pertanto, chi ha temuto che, a questo punto, si decidesse di coprire il mosaico.
«Premettendo che si tratta di un mosaico che ha sicuramente un grande valore affettivo, ma non altrettanto valore artistico o storico, l’Amministrazione ha comunque deciso di salvarlo» rassicura l’assessore Curri. «Stiamo però valutando le varie soluzioni tecniche percorribili. Di certo non possiamo coprire con un vetro un’area così ampia: 5 metri per 4. Anche perché, peraltro, tutta la zona della piazza deve essere “carrabile”. A meno che non si vogliano abolire tutte le tradizioni, compresa quella della “cassarmonica” nel periodo delle feste patronali. Le possibilità, al momento, sono due. La prima è di elevare il mosaico; la seconda è quella di spostarlo nelle zone non ancora pavimentate. Per entrambi c’è il problema tecnico, non di facile soluzione, di muovere il mosaico. Da alcuni aggiornamenti (frutto anche del contatto con esperti del settore), credo che si potrebbe usare la tecnica dello “strappo”, già utilizzata per mosaici di ben altro valore e pregio. In ogni caso, però, quel mosaico resterà in piazza».