Già appaltati i lavori per la ristrutturazione: ospiterà il Museo della Civiltà Messapica
Un’ala del primo piano, di circa 500 metri quadrati, già ristrutturata dalla Provincia, utilizzando dei fondi Pit (circa un milione di euro). L’altra ala sempre del primo piano, di circa 700 metri quadrati, da ristrutturare: ma ci sono già i soldi (circa 900.000 euro ottenuti attraverso il progetto di Area Vasta) e c’è già la ditta che ha vinto l’appalto. Questo intervento rientra nelle competenze del Comune di Manduria. Infine nel piano terra vi sono altri ambienti, anche questi da ristrutturare, che saranno offerti alla comunità parrocchiale di Santa Maria.
Per il recupero dell’ex convento degli Agostiniani (utilizzato nel ‘900 prima come carcere, poi come caserma dei carabinieri e, infine, come alloggi per famiglie che non avevano un tetto), è stato ieri compiuto un altro passo in avanti. Alla presenza degli assessori provinciali Francesco Massaro e Antonio Scalera, dei consiglieri provinciali Mimmo Lariccia e Bartolo Punzi, del presidente del Pit Mazzeo, dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Antonio Curri, e dei tecnici dei due enti pubblici,
c’è stata la consegna formale di un’ala del piano superiore della struttura dalla Provincia al Comune. In quest’ala, una volta terminati i lavori, sarà ubicato il Museo della civiltà messapica.
L’altra ala, già pronta grazie all’impegno della Provincia e i finanziamenti del Pit, sarà invece utilizzata per allocare un centro di servizi per l’agricoltura. I lavori di ristrutturazione (eseguiti ad opera d’arte) hanno valorizzato un edificio di grande pregio architettonico, che si trova lungo corso XX Settembre. Edificio che la Provincia, dopo aver superato non pochi ostacoli, ha riavuto fra i propri beni. Ha pertanto inizialmente dovuto trovare (d’intesa con il Comune di Manduria) una soluzione alternativa per quelle famiglie che ancora vi abitavano. Poi ha individuato le risorse per una efficace operazione di maquillage, dopo aver anche stabilito la sua futura utilizzazione.
Crediamo, però, che se l’intero primo piano venisse utilizzato come sede del Museo della Civiltà Messapica si potrebbe ottenere un vero e proprio gioiello. Alcuni ambienti di questo edificio (costruito non meno di 3-4 secoli fa) sono incantevoli e la ristrutturazione li ha valorizzati ancora di più.
Solo un’ala del piano superiore, anche se grande, temiamo possa non essere sufficiente ad ospitare i tantissimi reperti archeologici della civiltà messapica. Inoltre bisognerebbe anche trovare lo spazio anche per gli uffici della Soprintendenza (come accade adesso a palazzo Blasi). Senza dimenticare che nella vicina Uggiano Montefusco esiste già un centro nato proprio a servizio dell’agricoltura. Quello che si vorrebbe ricavare in questo ex convento diventerebbe forse un suo doppione.