Tar del Lazio e Consiglio di Stato bocciano i ricorsi del Comune di Manduria
Ancora due sentenze negative per i Comuni di Manduria e Avetrana nella ormai lunga diatriba giudiziaria relativa alla contesa sul recapito finale dei reflui del depuratore consortile.
Questi ulteriori due “atti”, che potrebbero chiudere la contesa giudiziaria, riguardano il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato.
L’altro ieri il Tar del Lazio, cui erano ricorsi alcuni proprietari dell’ultimo lotto espropriato dall’Acquedotto Pugliese per il passaggio delle condotte sotterranee che dovrebbero raggiungere il mare della costa di località Specchiarica, ha respinto la
domanda cautelare di sospensione degli atti amministrativi relativi al progetto, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese legali.
Il Comune di Sava si era costituito (intervento ad opponendum) con l’avv. Gianluca D’Oria per contrastare le ragioni dei ricorrenti. Il Comune di Manduria e quello di Avetrana erano invece intervenuti per avallare le ragioni del ricorso (intervento ad
adiuvandum).
«Non si ravvisano i presupposti per la concessione della richiesta misura cautelare» si legge nella sentenza. «Tenuto conto, in particolare, del rilevantissimo interesse pubblico dell’opera cui sono finalizzati gli atti in questa sede impugnati e già apprezzate da questo Tribunale in analoghi contenziosi, al cospetto del quale l’interesse privato azionato in giudizio assume valenza sicuramente recessiva».
Stessa sorte ha avuto l’appello al Consiglio di Stato, promosso dal Comune di Mnduria avverso l’ordinanza sempre di rigetto emessa dal Tar del Lazio. Il Comune di Manduria è stato condannato a pagare le spese legali del giudizio (quantificate in 1.000 euro per ciascuna delle controparti, per un totale di 3.000 euro), nei confronti di Comune di Sava (difeso sempre dall’avv. Gianluca D’Oria), AQP e Regione Puglia.
«Non sussistono i presupposti per accogliere il proposto appello cautelare» è la coincisa sentenza del Tar del Lazio.
A questo punto, poiché sia il Tar del Lazio, sia il Tar della Puglia, sia il Consiglio di
Stato hanno preso posizione unanime sulla vicenda del depuratore, crediamo che la contesa, almeno dal punto di vista giudiziario, potrebbe essere definitivamente conclusa. Resta solo la strada della politica, ma tanto la Regione Puglia, quanto i consiglieri e l’assessore jonici eletti nella provincia non sembrano aver preso a cuore le istanze di questa comunità. Dal Consiglio monotematico del settembre scorso (in cui intervenne anche l’assessore regionale Amati), ad oggi, nessun passo in avanti è stato compiuto.