Tommasino: «Si giudicano i risultati, non le ore di presenza. Ho scelto di continuare a lavorare a Milano perche non voglio vivere di politica, ma essere autosufficiente»
«Nessuna legge indica il numero di ore che il sindaco deve trascorrere nel municipio e se queste ore debbano essere spalmate in più giorni, oppure condensate in pochi giorni. Io credo che il giudizio la gente dovrebbe esprimerlo in base ai risultati raggiunti da un’Amministrazione. In questo, io, dopo meno di due anni, posso dire che la mia Amministrazione ha già ottenuto, per Manduria, ben 11 milioni di euro a fondo perduto. Chi mi ha preceduto ha invece contratto mutui per 16 milioni di euro».
Nella conferenza stampa di sabato, Paolo Tommasino ha accettato di confrontarsi anche su una delle critiche che più frequentemente gli vengono rivolte: la sua assenza da Manduria per la sua attività lavorativa a Milano.
«Lo sanno tutti: io parto la sera di lunedì e ritorno a Manduria al mattino di giovedì» ha affermato Tommasino. «In tutti gli altri giorni, festivi compresi, sono sempre impegnato nell’attività amministrativa».
Tommasino ha spiegato anche i motivi che lo hanno indotto a questa scelta.
«Ho chiesto l’aspettativa non retribuita per l’attività militare» ha chiarito Tommasino. «Ma ho deciso di continuare a svolgere la mia attività professionale autonoma. L’ho fatto per non essere ricattabile. Non voglio vivere di politica, ma essere autosufficiente. Non ho mai chiesto neppure un euro al Comune di Manduria come rimborso spese per i tanti viaggi che comunque faccio, ad esempio, a Taranto o a Bari. Così come non ho mai usufruito di una missione pagata con i soldi dei contribuenti manduriani. Manco due giorni alla settimana, è vero. Ma perché non si guardano i risultati ottenuti. Grazie all’impegno dell’intera squadra amministrativa, abbiamo ottenuto ben 11 milioni di euro a fondo perduto, con i quali abbiamo finanziato vari progetti. Soldi ottenuti grazie ai miei continui rapporti con i vari enti: Provincia, Regione, Stato. E’ un risultato modesto per neppure due anni di amministrazione? Io credo, invece, che la gente critica perché la mia forma mentis mi ha portato a rispondere negativamente a tutte quelle richieste che non possono essere accolte».
Infine il suo pensiero sulle polemiche su presunti casi di tangenti nell’istruzione delle pratiche del Gal.
«Ma a cosa servirebbe una seduta del Consiglio Comunale? Che tipo di risposte io posso dare? Il consigliere comunale indicato dal presidente del Gal come quello che avrebbe “consigliato” il nome di un consulente ad un’azienda interessata ad ottenere i finanziamenti, si è direttamente recato dai carabinieri, chiedendo l’apertura di una indagine su quanto fu detto in quella circostanza. Credo che, adesso, faremmo meglio ad attendere i risultati delle indagini dei carabinieri. Da loro potrà venire una risposta attendibile su questi presunti casi di tangenti. Il Consiglio Comunale non ha alcun potere».