I Verdi propongono di unire la lotta agli altri comuni del leccese in agitazione e a prendere in considerazione la possibilità delle dimissioni dei Consigli Comunali
«Le ultime speranze di bloccare per via legale la realizzazione del depuratore consortile sembrano vanificate: TAR e Consiglio di Stato hanno impartito al Comune di Manduria l’ennesima bocciatura».
I Verdi di Manduria commentano le ultime sentenze negative sul depuratore.
«Una prima riflessione, anche se marginale rispetto al problema, dovrebbe riguardare l’effettiva utilità che questi fior di avvocati amministrativisti hanno avuto nella vicenda e, in generale, quali effettivi vantaggi ricavino le Amministrazioni dal continuo ricorrere ad essi».
Si ribadisce poi l’esigenza di una nuova seduta del Consiglio Comunale.
«E’ tempo che tutti gli esponenti politici del territorio si esprimano e si impegnino su questa vicenda, se finora non lo hanno fatto. Il sindaco si faccia carico di interpellarli e convocarli ad un tavolo di concertazione. Riapra, ad esempio, il confronto con la Provincia: siamo consapevoli che le elezioni amministrative a Taranto stanno determinando alleanze e posizionamenti strategici e condizionano di conseguenza le scelte politiche, ma qui si tratta di una minaccia che incombe su tutta la costa jonica e non crediamo che un’Amministrazione Provinciale possa rimanere inerte nel vedersela massacrare. Per altro, in tutte le occasioni a noi note, l’assessore provinciale Conserva si è dimostrato molto determinato nell’opporsi al depuratore con scarico in mare: è forse il caso di tornare a chiedere il suo appoggio».
Secondo i Verdi, quindi, «occorre contestualmente allargare tanto il fronte quanto il livello dello scontro, creando subito una stretta sinergia con tutti i comuni interessati, che, oltre a quelli che già conosciamo, sono anche Porto Cesareo, Nardò, Galatina, Copertino, ultimamente interessati da analogo problema, per concordare insieme una forte presa di posizione e prepararsi a forme di protesta decise ed eclatanti, compresa eventualmente quella che suggerimmo al sindaco tempo fa: le dimissioni contemporanee di tutti i sindaci e di tutti i Consigli Comunali».
Infine l’ultima proposta.
«Se per realizzare un altro tipo di depuratore occorre apportare una modifica al Piano Regionale di Tutela delle Acque, si commissioni con urgenza uno studio di fattibilità ad un’azienda dotata di competenze ed esperienze, nel campo della progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di depurazione dei reflui, di livello nazionale e internazionale, che si avvalga della collaborazione di docenti e istituti universitari».