martedì 26 novembre 2024


08/08/2012 09:09:19 - Provincia di Taranto - Attualità

“Possiamo considerare positive le sue conclusioni soprattutto in considerazione degli assetti occupazionali che non verranno così stravolti”

 
“Il rischio di paralisi degli impianti ILVA scongiurato dal Tribunale del Riesame con la modifica parziale del decreto di sequestro, il decreto legge per Taranto alla firma del Presidente della Repubblica, le novità sostanziali introdotte dal Tavolo Regionale e la nomina di Ferrante quale custode e amministratore delle aree degli impianti poste sotto sequestro, rappresentano ad oggi una traccia di lavoro importante che se da una parte scongiura il fermo dell’area a caldo del siderurgico tarantino per avviarlo alla messa a norma, dall’altra rimette nelle mani della proprietà ILVA e delle istituzioni le responsabilità del futuro assetto di quegli impianti e di quell’importante fetta di occupazione e produzione del Paese”.
E’ Ludovico Vico, parlamentare tarantino del PD a commentare in questi termini la decisione del Tribunale del Riesame che conferma il sequestro degli impianti con facoltà d’uso e rimanda alle BAT (il Registro Europeo delle Migliori tecnologie disponibili – ndr) la soluzione del problema.
“Il Tribunale del Riesame pone inoltre nelle mani del dott. Ferrante la responsabilità della sicurezza degli impianti che potranno essere utilizzati in funzione della realizzazione tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e l’attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti – commenta Vico – ponendo anche molta attenzione al controllo che sarà effettuato direttamente dal Ministero e quindi dallo Stato.
In attesa di leggere per intero le motivazioni del dispositivo varato oggi dal Riesame – continua il parlamentare jonico – possiamo considerare positive le sue conclusioni soprattutto in considerazione degli assetti occupazionali che non verranno così stravolti e anche in virtù dei passi collaterali che con il decreto legge per Taranto che nelle prossime settimane arriverà alla Camera si potranno compiere. Resto fermo nell’idea che lo strumento che potrà rendere omogenei e più incisivi gli interventi dovrà ricalcare il modello dell’Accordo di Programma in grado di varare un Piano di risanamento ambientale simile a quello varato per Marghera”.










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