Il rammarico per i torti arbitrali subiti domenica e l’impegno verso lo sport che continua
Presidente come considera finora la sua esperienza alla guida di una società sportiva?
«È il primo anno che mi affaccio personalmente nel mondo del calcio giocato, finora ero stato solo un finanziatore esterno ma la passione per questo sport e l’amore per il paese mi ha spinto a farmi avanti e a guidare questa grande famiglia. Abbiamo riunito le società di Avetrana e abbiamo dato una fisionomia diversa. Lo spirito imprenditoriale costituisce la base del progetto ma il tutto è trainato da idee giovani. Nella società, molti dirigenti sono infatti ragazzi con spirito di iniziativa e amore per il calcio. Stiamo cercando di smuovere anche la passione del pubblico e di tutti gli avetranesi che, speriamo possano continuare ad aiutarci sostenendoci anche economicamente».
Ha qualche rammarico del cammino fin qui svolto?
«Non posso rimproverarmi nulla dal punto di vista organizzativo. Lo sforzo economico e il mio impegno sono evidenti. Abbiamo persino raggiunto il primo obiettivo stagionale: acquistare un pullman per le trasferte della prima squadra e dei team più piccoli e non solo. Vorremmo anche metterlo a disposizione della comunità attraverso un impegno con il Comune di Avetrana.
Il rammarico magari è un po’ nei risultati discontinui. Le colpe sono varie, di sicuro prima di tutto ci metto il fatto di sottovalutare spesso l’avversario. Poi la sfortuna in alcuni frangenti e infine, ma non ultimi, alcuni arbitraggi palesemente avversi. Se ripenso a ciò che è avvenuto domenica a Novoli resto sconfortato, pur riconoscendo il valore di un avversario di spessore, sicuramente abbiamo giocato una partita alla pari se non anche in surplus rispetto al Novoli. L’arbitro però, ci ha puniti oltremodo. Sono stati gli stessi avversari a rendersi conto di una situazione alquanto strana domenica, che ha lasciato me e tutta la dirigenza fortemente amareggiati. Per un attimo mi era balenato il pensiero di ritirare la squadra in segno di protesta, ma oltre al danno non voglio subire la beffa. Penso a tutti i sacrifici economici che una società deve fare per mantenersi a certi livelli e in certe categorie, al tempo impiegato e speso senza alcun profitto, all’impegno dei ragazzi che non saltano un allenamento per poter migliorare sempre più ma poi arriva la domenica ed un arbitro designato per giudicare ci taglia le gambe. Spero vivamente e voglio credere che ciò avvenga sempre in buona fede, altrimenti lo sport non avrebbe modo di esistere. Si sa che gli episodi nel calcio possono essere sfavorevoli o favorevoli, ma sinceramente sono molto più quelli che ci stanno danneggiando, speriamo almeno di aver chiuso questa pagina a noi avversa. Noi siamo fiduciosi di poter uscire fuori dalla lotta playout con le nostre forze nel più breve tempo possibile e di risalire la classifica. La rosa allestita nel mercato invernale è di tutto rispetto e credo che sia estremamente invidiabile, ora sta a noi dimostrare quanto valiamo e valutare a fine stagione i risultati sportivi raggiunti».
Cosa pensa di fare?
«L’amarezza è tanta, ma siamo già pronti per ripartire. Sicuramente raddoppierò il mio impegno, non sono uno che molla facilmente anzi, sono combattivo e ho voglia di rifarmi come tutta la dirigenza che conduco. Quindi ci rimbocchiamo le maniche e tiriamo avanti più speranzosi di prima. Di sicuro pretendiamo la correttezza sempre e comunque in ogni campo, non cerchiamo l’aiuto arbitrale ma vogliamo solo che il giudizio sia sempre consono all’episodio da giudicare, errare è umano e lo capiamo ma perseverare…»
In poche parole, di cosa si è privato e cosa invece ha ricevuto finora da questa esperienza?
«Sinceramente, in un periodo così critico, a parte le finanze, ho sottratto del tempo prezioso al mio lavoro ma non sono scontento di ciò. Anzi, l’ho fatto e continuo a farlo per l’amore incondizionato per questo sport. La fortuna più grande è quella di aver coinvolto anche la mia famiglia in questa avventura. I miei figli sono sempre con me al campo la domenica e mia moglie non si perde una partita. Insomma ho tutto quello che un “tifoso-presidente” può volere.
L’altro aspetto positivo è stato la possibilità di conoscere persone nuove di cui magari potevo avere un’idea differente. Diciamo che finora è stato un’opportunità unica che mi migliora anche caratterialmente. Ho preso un impegno che rispetterò fino alla fine e spero che possa portare a qualcosa di sempre più grande in futuro per la squadra ma anche per il paese, in modo che si possa finalmente cancellare quell’immagine negativa che ci accompagna troppo spesso quando andiamo fuori casa, dopo i terribili avvenimenti del 2010».