E’ l’elemento di discontinuità necessario per tentare l’alleanza con l’Udc e il consigliere Massari
Dopo Taranto, ecco Manduria. Il sindaco Francesco Massaro ha azzerato, ieri mattina, la giunta. Una decisione politicamente corretta, necessaria dopo il responso della votazione per l’approvazione del Consiglio (solo 14 voti favorevoli e strumento contabile approvato solo grazie alla presenza benevola in aula dei consiglieri dell’Udc e dell’indipendente Massari, che però si sono astenuti) e per verificare la possibilità di inserire in maggioranza “il gruppo degli astenuti”.
Dandone notizie ieri mattina alla stampa, il dott. Massaro ha letto in anteprima un documento che invierà ai partner della maggioranza. In tale documento, il primo cittadino fa in primis riferimento all’attività amministrativa della sua giunta.
«Attività incisivamente positiva» è stata definita dal sindaco, «con risultati riconosciuti anche da diversi consiglieri di minoranza nell’ultima seduta del Consiglio Comunale (e non solo dai consiglieri che si sono astenuti) e premiati dai cittadini elettori alle ultime consultazioni elettorali Provinciali».
Il rovescio della medaglia, però, è la situazione di ingovernabilità, ormai cronica, che ha caratterizzato l’attuale legislatura, che sta per compiere il suo ultimo anno.
«In Consiglio mi trovo di fronte ad assenze cicliche di consiglieri di maggioranza e a non meglio giustificate posizioni critiche da parte di altri, come ad esempio il consigliere comunale Piero Raimondo, che si è astenuto» ha rimarcato il primo cittadino.
Avendo colto “disponibilità a porsi positivamente nei confronti dell’attuale Amministrazione” da parte dei “gruppi astensionisti”, i quali hanno “riconosciuto gli sforzi compiuti dalla coalizione di maggioranza” e ritenuto “dannosa l’eventualità che Manduria sia commissariata sino al termine della legislatura”, il sindaco Massaro, crediamo anche in virtù di intese che sono state raggiunte a livello provinciale, ha deciso dunque di procedere all’azzeramento dell’esecutivo.
Poiché, proprio dai banchi dell’Udc e dell’indipendente Massari (candidato alla Provincia nella lista di Sviluppo del Territorio) era stata formulata la richiesta di porre in essere un momento di discontinuità rispetto al passato, come condizione per intavolare una trattativa per verificare se vi siano le condizioni per un coinvolgimento nella maggioranza, Massaro ha correttamente deciso di azzerare gli assessori (che peraltro erano 5 e non 6, dopo le dimissioni di Attanasio).
«Certo, incontrerò anche la delegazione dell’Udc e l’indipendente Massari» ha ammesso il primo cittadino nel corso della conferenza stampa. «L’obiettivo è quello di rendere la maggioranza più solida, affinché si possa completare il lavoro svolto sino a questo momento».
Il sindaco, a differenza di quanto avvenuto in passato quando si è trovato nuovamente di fronte a situazioni di estrema ingovernabilità, non si è dimesso. Un fatto significativo sul percorso, non più al buio, che Massaro intende percorrere.
«Sono ottimista, è vero» ha continuato il primo cittadino. «E lo sono alla luce delle aperture che ho registrato in Consiglio e delle intese che sono state raggiunte prima del ballottaggio. Però sono anche prudente: voglio prima sondare gli umori. Appoggio di Udc e Massari esterno? Si, ma devono comunque far parte della maggioranza. E se fanno parte della maggioranza, bisogna comunque sedersi attorno ad un tavolo per prendere le decisioni. E quel tavolo è la giunta».
Infine i tempi: per Massaro la crisi va chiusa entro 20 giorni.