venerdì 29 novembre 2024


21/02/2013 09:42:12 - Manduria - Attualità

Nuova iniziativa dell’Einaudi, in collaborazione con il Rotary, nell’ambito del cinquantesimo anniversario della fondazione della scuola

 
Il lavoro come “impegno e merito individuale, come strumento di liberazione e di emancipazione personale, all’interno di un condiviso interesse generale”.
Il presidente del Tribunale di Tarando, Antonio Morelli, ha voluto legare il concetto di lavoro a quello della legalità parlando, nei giorni scorsi, agli studenti dell’istituto “Einaudi” di Manduria, nell’ambito di una manifestazione promossa dal Rotary club di Manduria e dallo stesso istituto e prevista all’interno delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Einaudi”. Manifestazione aperta dalla dirigente scolastica Elena Cavallo, dal presidente del Rotary Club di Manduria Gustavo D’Ambrosio e dal neuropsichiatra Graziano Dimitri.
«Così inteso, il lavoro è uno dei fondamenti di una società civile, ma perché ciò si realizzi, perché si infonda fiducia, speranza e voglia di cambiamento, oggi più che mai nel nostro Paese, è necessario il perseguimento di una maggiore legalità e di un maggiore rispetto delle regole, attraverso una mutazione culturale, quasi antropologica della nostra società» ha affermato il dott. Morelli. «Ma da dove cominciare? Per far sì che si progredisca, occorre intanto che ogni singolo cittadino partecipi alla vita pubblica con maggiore impegno, che reclami i propri diritti e che assolva, in prima persona, ai propri doveri.
Una cultura della legalità si sviluppa, anzitutto, attraverso l’educazione. Un ruolo di primo piano spetta alla scuola che deve assumersi il compito prioritario di formare cittadini consapevoli, sviluppando il senso civico dei giovani e facendo loro comprendere come solo il rispetto delle regole permette di esercitare la libertà individuale e che soltanto il rispetto della cosa pubblica e dell'interesse generale possono garantirci un’elevata qualità di vita».
Morelli ha poi rimarcato come ci si sia anche il compito di sconfiggere la criminalità organizzata, che ha ancora in mano intere regioni, ritardandone lo sviluppo economico e civile, intimidendo e vessando i cittadini di buona volontà, mantenendo un sistema sociale di tipo feudale e promuovendo parassitismi e attività criminali, incompatibili con la convivenza civile e con lo sviluppo di una società moderna, complessa e rispettosa dei diritti umani.
All’intervento del magistrato ha fatto seguito la rappresentazione teatrale “Acido Fenico” di Giancarlo de Cataldo, regia di Salvatore Tramacere, interpretata da Fabrizio Saccomanno che ha vestito i panni di Domenico Carunchio, un malavitoso pugliese affiliato alla Sacra Corona Unita, alle prese col racconto della sua vita.










img
Cucina d'asporto e Catering
con Consegna a domicilio

Prenota Ora