«No a vertici tra Asl Ta/1 e partiti. Manager e dichiari sue responsabilità su sfascio della sanità»
«Sull’ospedale Giannuzzi di Manduria servono risposte certe e non più rinviabili. E' urgente rendere idonea la struttura ospedaliera. Potenziare i posti letto. Riavviare la Rianimazione. Attrezzare le sale operatorie. Ripristinare il reparto di ortopedia, prostrato da una direzione generale dissennata. Ristrutturare i reparti di Chirurgia, Ginecologia, Medicina, il 118. Sono queste le responsabilità a cui il manager dell'Asl Ta/1 deve rendere conto di fronte all’opinione pubblica e gli utenti dell’ospedale messapico. Non basta, dopo anni di denunce e segnalazioni, una riunione ristretta tra sodali politici, che il manager ha tenuto la scorsa settimana. E non basta nemmeno un fugace passaggio del manager sanitario in consiglio comunale, per giustificare lo stato di abbandono del “Giannuzzi”, e indicare la strategia di uscita».
Lo dichiara l’on. Pietro Franzoso all'indomani del passaggio del direttore generale dell''Asl Ta/1 nel Consiglio Comunale di Manduria e dopo la sua riunione ristretta sempre con il segretario provinciale del Pd, Donato Pentassuglia e il sindaco Massaro sulle sorti dell’ospedale.
«Ma il manager Asl – chiede il deputato ionico – svolge le sue funzioni come direttore generale per tutti i cittadini della provincia o pensa di essere stato nominato per gestire la sanità in qualità di avamposto della sinistra? Pensare di convocare, dopo lo sfascio, un vertice politico per fornire risposte in materia di sanità è il modo più sciatto per affrontare gli annosi problemi legati al Giannuzzi. Oggi il dottor Colasanto, anziché rispondere in Consiglio Comunale su ciò che è già in corso di attuazione, semmai dovrebbe rispondere sugli ingiustificabili ritardi su interventi già datati in termini di programmazione; su ciò che l’Asl non è riuscita a terminare, rinviando gli interventi di agibilità delle strutture di mese in mese (uno per tutti le sale operatorie); dovrebbe riunire tutti i rappresentanti istituzionali e avere il coraggio di denunciare le responsabilità sui mancati interventi, senza lanciare messaggi che suonano come offese alla collettività e all’ospedale del Giannuzzi. Ciò anche in rispetto dell’abnegazione e della professionalità di tanti medici e paramedici che lavorano in condizioni difficili».
Infine il caso ortopedia.
«Come mai fino a martedì - ha continuato Franzoso – non c’erano medici disponibili per coprire le esigenze del reparto e oggi, dopo le dimissioni “obbligate” del primario, si presentano 32 unità?
Hanno aperto all'improvviso le scuole di specializzazione? Non immagini, la dirigenza Asl, di derubricare i disagi provocati al Giannuzzi con una relazione in consiglio comunale o con una riunione ristretta con rappresentanti politici che, semmai, sono corresponsabili».
Su tutto questo, al momento opportuno, saranno chieste risposte».