Ma il primo cittadino resta fiducioso
Tre grane nel pieno dell’estate. Proprio nel giorno della presentazione al Consiglio della nuova giunta, che avrebbe dovuto guidare la città negli ultimi 8-9 mesi della legislatura.
Per l’Amministrazione Comunale di Manduria i problemi non finiscono mai. E, come spesso accaduto negli ultimi mesi, si tratta sempre di problemi di natura politica: l’assenza, non comunicata preventivamente (il presidente del Consiglio Vico, infatti, non l’ha giustificata in avvio dei lavori) di tre consiglieri del Pd, tutti provenienti dall’area della Margherita, fra cui lo stesso segretario del partito, Amleto della Rocca; il collocamento al di fuori della maggioranza di Sinistra e Libertà, movimento che dall’altro ieri è rappresentato in Consiglio dal dott. Salvatore Piccinni; il ritiro dell’apertura di credito da parte dell’Udc, che, il 24 giugno scorso, aveva offerto, astenendosi al momento della votazione del Bilancio, la possibilità all’Amministrazione di proseguire la propria esperienza, evitando quindi il commissariamento del Comune.
Nonostante questa valanga di difficoltà che rischiano di travolgere la sua Amministrazione, il sindaco Francesco Massaro manifesta una certa fiducia.
«Le assenze dei tre consiglieri del Pd? Non so come spiegarla» sono le prime parole del dott. Massaro al termine della seduta del Consiglio Comunale dell’altro ieri. «Nessuno di noi se le aspettava. Malumori? Ci confronteremo e capiremo se l’assenza è stata casuale o se c’è altro. So che Notarnicola aveva manifestato, in sede di riunione di partito, la legittima aspirazione a ricoprire la carica di assessore. Ma è stato lo stesso Della Rocca, in quella circostanza, a “stopparne” le ambizioni. L’altro ieri erano però assenti entrambi, insieme a Maria Grazia Cascarano».
Il sindaco preferisce la prudenza. Ma è chiaro che non sarà stato felice di “incassare” l’assenza del segretario-consigliere del Pd nel corso della seduta in cui Sinistra e Libertà ha accusato il suo partito di “autoreferenzialità”, mentre l’Udc ha fatto notare come la richiesta di approntare un documento contenente alcuni impegni di tipo programmatico per la fine della legislatura non sia stato neppure posto in discussione nell’unico partito che sorregge l’attuale Amministrazione.
«Salvatore Piccinni? E’ un consigliere con il quale si deve necessariamente avviare un dialogo: è preparato e sicuramente potrà fornire un contributo positivo. Il mancato confronto dopo il 24 giugno? Nella sinistra oramai si sono formati, dopo le Provinciali, tanti e tali partiti, che rendono non facile aprire tanti tavoli di trattativa. Mi auguro, anzi, che proprio Sinistra e Libertà riesca a riunire tutte le anime della sinistra. L’Udc? Per una volta, in questa legislatura, mi sono trovato d’accordo con il consigliere dell’Idv, Arcangelo Durante… Sono trascorsi meno di due mesi dal 24 giugno, giorno dell’approvazione del Bilancio. Peraltro mesi estivi, con tante emergenze. Io credo e spero che l’Udc possa ripensarci, concedendoci più tempo».
Ora Massaro rischia la beffa. Se la sua Amministrazione fosse caduta il 24 giugno, avrebbe potuto giocarsi la carta di un incarico assessorile in Provincia. Ma se la sua Amministrazione dovesse cadere nei prossimi mesi, dovrà cedere la fascia tricolore, senza neppure la garanzia della ricandidatura, restando un semplice consigliere in Provincia.