Qualunque soluzione tecnica alternativa allo scarico in mare dei reflui del depuratore consortile di Manduria e Avetrana a me andrebbe bene. Se però la Regione e l’Aqp bocceranno nuovamente le proposte degli ambientalisti, allora si dia inizio, immediatamente, ai lavori. La mia comunità non può continuare ad attendere ancora l’attivazione di un servizio primario e fondamentale qual è la fogna»
La pazienza dei savesi è al lumicino. A rappresentarla è il sindaco Dario Iaia.
«Negli ultimi giorni ho notato una sorta di competizione fra chi riesce ad apparire di più» è la stilettata del sindaco di Sava. «Non tutti, ma tanti, stanno cercando di sfruttare la presa che l’argomento ha nell’opinione pubblica per conquistare la scena. Così come è chiaro che i problemi politici di alcuni si stanno riflettendo in questa vicenda».
Iaia va poi al cuore del problema.
«Io parto da un dato: Manduria, Sava, Avetrana e le marine di Manduria continuano ad inquinare la falda» afferma il sindaco savese. «Lungo tutta la litoranea la stragrande maggioranza di abitazioni private e di aziende commerciali scaricano in pozzi neri. La riprova? Basta verificare come cambiano i dati dell’inquinamento alla falda del Chidro o nelle acque del litorale di Manduria: a maggio sono le acque limpide, ma da giugno e sino a settembre risultano inquinate. E’ evidente che l’inquinamento è prodotto dagli scarichi delle fognature. Non si può essere, pertanto, ambientalisti solo a convenienza… Con il depuratore, si potrebbe risolvere anche il problema degli scarichi delle marine».
Ma al momento non ci sono finanziamenti per realizzare la rete fognaria lungo i 18 chilometri di costa: servirebbero ingenti risorse.
«Se si realizza il depuratore, si potrebbero poi chiedere i finanziamenti per la rete fognaria. Senza depuratore, la fogna non arriverà mai».
Il sindaco savese scruta il futuro con realismo.
«In vent’anni sono state indicate decine di proposte alternative, sistematicamente bocciate da Regione e Aqp» sostiene Iaia. «Coloro che sul palco fanno i maestri, restano poi a bocca chiusa quando si tratta di confrontarsi con i tecnici incaricati da parte degli enti preposti. Se anche la soluzione prospettata dal prof. Del Prete, a mio avviso l’unica tecnicamente fondata, non è stata accolta, ritengo che difficilmente si riuscirà a proporre qualcosa di veramente valido. Per me, lo ripeto, una vale l’altra. Ma se si appura ancora una volta che una soluzione tecnica alternativa non esiste, allora si dia celermente il via ai lavori. La richiesta di moratoria? A mio avviso vi sono poche possibilità che venga concessa».