Le dichiarazioni del sindaco: «Abbiamo proposto ad entrambe le donne elette la carica di assessore, ma è stata rifiutata»
«Non conosco, bene, il caso delle “quote-rosa” dell’Amministrazione Provinciale di Taranto. Posso parlare, invece, della situazione del mio Comune, per la quale sono estremamente sereno».
Alberto Chimienti non teme riflessi anche alla sua Amministrazione per il mancato inserimento di almeno una donna nell’esecutivo. Anomalia denunciata, pubblicamente, dalla Consulta Femminile già a giugno, in avvio di legislatura.
«Nella mia lista sono state elette due donne» è la premessa del dott. Alberto Chimienti. «Una è Anna Molendini e l’altra è Mariangela Chiego. In fase di nomina della giunta, ho inizialmente proposto la delega assessorile all’Urbanistica (quindi una delega di prima fascia) alla signora Anna Molendini, già vice sindaco con delega alla Cultura nella precedente legislatura. La signora Molendini ha rifiutato la delega assessorile, probabilmente perché ambiva ad ottenere anche la carica di vicesindaco. Ho allora proposto la delega di assessore alla seconda donna eletta come consigliere comunale, ovvero a Mariangela Chiego. Probabilmente perché alla prima esperienza politica, la dott.ssa Chiego ha declinato l’invito: intende prima, infatti, vivere e conoscere meglio il mondo amministrativo».
Due tentativi di rispettare le disposizioni dello Statuto sulla “quota rosa”, quindi, falliti. Chimienti avrebbe avuto quindi solo una possibilità: nominare un assessore donna fra i non eletti come consiglieri comunali.
«Dopo i due rifiuti, ho dovuto e voluto tener conto delle indicazioni politiche che sono arrivate dal coordinatore provinciale e da quello locale del mio partito» continua il dott. Chimienti. «Sono stato invitato, infatti, a privilegiare le indicazioni dell’elettorato. Ovvero non nominando assessori esterni. Ritengo sia giusto rispettare quelle che sono le indicazioni che gli elettori hanno fornito attraverso il voto. Perché nominare un assessore che non ha preso parte alla competizione elettorale e, quindi, non ha goduto della fiducia dell’elettorato? Proprio partendo da questo principio, ho preso in considerazione le preferenze ottenute dai consiglieri comunali, premiando, con la nomina ad assessore, i più suffragati. Non credo, pertanto, di aver violato le disposizioni in merito alla presenza femminile in giunta. Sono state le donne elette a rinunciare all’incarico».
A giugno era stato preannunciato un ricorso al Tar. Ma, da allora, non si è saputo più nulla.
«Se il Tar di Lecce si è già espresso sul ricorso inoltrato dall’associazione tarantina sulle quote-rosa in Provincia, poiché le Comunali si sono tenute a Maruggio nella stessa data del primo turno delle Provinciali, immagino che avremmo quanto meno dovuto avere notizia di un eventuale ricorso giacente, che sarebbe stato notificato anche al Comune» sostiene il dott. Chimienti. «Ritengo che ci siano dei tempi e delle scadenze da rispettare. E suppongo che siano scadute. Comunque, la mia Amministrazione sta lavorando per modificare alcune parti del nostro Statuto. Fra le parti che andremo a calibrare meglio c’è anche quella relativa alle “quote rosa”».