Il riequilibrio non è stato votato: c’è tempo sino al 26 ottobre
La ratifica della delibera di giunta di variazione al Bilancio 2009, atto propedeutico all’approvazione del riequilibrio dello strumento contabile, non passa e il sindaco Francesco Massaro decide di dimettersi. Il Consiglio, quindi, non si scioglie, perché, in linea teorica, Massaro potrebbe ritirare le sue dimissioni entro il 26 ottobre, termine improrogabile entro il quale bisogna approvare l’atto di riequilibrio (esiste, in tal senso, una diffida perentoria da parte del Prefetto).
C’è stato, dunque, un colpo di scena nel corso dei lavori del Consiglio Comunale di stamattina. Il riequilibrio non si è votato, nonostante l’opposizione, che ieri era diventata maggioranza, intendesse farlo: sarebbe stato il colpo del definitivo k.o. al sindaco. E dopo una lunga e vivace discussione, il dott. Massaro e ciò che resta della sua maggioranza (presidente del Consiglio compreso) hanno deciso di abbandonare l’aula, nella quale sono rimasti i 16 consiglieri di opposizione (i lavori sono stati diretti da Gregorio Perrucci).
Non c’è stato, dunque, lo scioglimento del Consiglio (che però potrebbe aver luogo molto presto se la l’opposizione decidesse, come è molto probabile, di apporre le proprie firme in calce ad una specifica richiesta), ma per il Pd, partito superstite della coalizione che vinse le elezioni, è arrivata la prevista batosta. Lo scrutinio della votazione sulla variazione di Bilancio ha infatti registrato ben 16 voti contrari, appena 12 favorevoli (compreso quello del sindaco) e tre astenuti.
Fra i contrari, oltre ai consiglieri del PdL (Briganti, Morgante, Puglia, Andrisano, Selvaggi e Perrone) e dell’Udc (Girardi, Lariccia e Giuliano), anche i due consiglieri di Alleanza di Centro (Becci e Maggi), l’indipendente Massari, il Verde Perrucci, il rappresentante dell’Italia dei Valori Durante, quello dell’Udeur Dimitri, e l’altro indipendente Pasquale D’Oria. Fra questi, quindi, quattro consiglieri (gli ultimi fra quelli elencati, che erano stati eletti con la maggioranza).
Dodici i voti a favore, mentre si sono astenuti il rappresentante di Sinistra e Libertà Piccinni (che però è stato durissimo con il Pd), e gli indipendenti Prudenzano e Buccolieri.
Il passaggio politico più interessante è stato il “botta e risposta” fra il Pd e l’Udc, che circa un mese fa avevano sottoscritto un documento programmatico da attuare entro la fine della legislatura. Il Pd ha espresso la delusione per il cambiamento di atteggiamento da parte dell’Udc, mentre quest’ultimo partito ha contrattaccato sostenendo che la coalizione di maggioranza non ha mai mantenuto gli impegni che erano stati assunti, nonostante il partito di Casini non avesse chiesto alcun incarico in cambio dell’appoggio esterno.
Dopodomani c’è una nuova seduta di Consiglio, questa volta in seconda convocazione. Ma non sarà possibile approvare il riequilibrio di Bilancio, proprio perché bisognerebbe approvare prima la variazione.