Briganti: «Al 30 settembre, il Comune di Manduria aveva sforato il Patto di Stabilità per un milione e 230.000 euro…»
«Viste le considerazioni intorno alla paventata paura di paralisi che un commissario prefettizio potrebbe determinare, mi sembra di dover chiarire alcuni aspetti intorno allo scioglimento del Consiglio Comunale e dell’Amministrazione Massaro nella città di Manduria».
Pietro Briganti, già capogruppo del PdL, interviene per rileggere criticamente gli ultimi eventi politici in città.
«Il sindaco Massaro è caduto con la bocciatura dell’ennesima variazione di bilancio nel Consiglio Comunale del 12 ottobre» sostiene il dott. Briganti. «Quella variazione, che era propedeutica ai riequilibri di bilancio, continuava a impegnare somme per la spesa corrente senza un ben che minimo criterio di reale bisogno prioritario. Su questo modo di operare, più volte l’opposizione aveva chiesto più attenzione e aveva bocciato i provvedimenti. Una attenzione che l’Amministrazione Massaro, intenta a dar corso alla più usuale azione di promozione e sponsorizzazione della propria immagine, ha completamente disatteso, tralasciando i criteri di controllo della spesa e del buon amministrare. Molti lavori sono iniziati saltando anche i normali criteri di prudenza amministrativa e senza considerare oculatamente l’esposizione contabile che ogni impegno di spesa ha determinato sul bilancio dell’Ente. Numerosi i prelevamenti dal fondo di riserva per far fronte ad altrettanti impegni di spesa deliberati con prenotazione, prima dell’approvazione del Bilancio di previsione passato nel giugno scorso solo con l’appoggio esterno dell’U.D.C. Proprio per questa situazione, già dalla fine di giugno si intravedeva una situazione di sofferenza per rimanere nei parametri del Patto di Stabilità, imposto ai comuni per poter continuare a ricevere i normali trasferimenti dallo Stato. Nonostante al 30 settembre scorso il Patto di Stabilità aveva uno sbilancio negativo un milione e 230.000 euro, l’Amministrazione Massaro, invece di bloccare le spese fino a dicembre 2009, per tentare di recuperare questo sbilancio, continuava a richiedere ulteriori risorse per la spesa corrente prima di riequilibrare il bilancio».
Questa, dunque, è stata la ragione in più per spingere l’opposizione a presentare le 16 firme di dimissioni contemporanee, che hanno provocato lo scioglimento del Consiglio.
«Questo quadro ha comportato una responsabile presa di coscienza di una situazione compromessa, che ha portato all’azione di scioglimento del Consiglio e della giunta comunale. Mi auguro» conclude il dott. Briganti, «che il dott. D’Onofrio possa fare quello che la giunta Massaro non ha avuto il coraggio di fare: fermare la spesa per recuperare i parametri del Patto di Stabilità e trasferire al nuovo anno gli impegni del superfluo. Nonostante tutto, mi sento di tranquillizzare i poco informati che quanto è stato intrapreso come lavori pubblici non potrà che continuare con la stessa determinazione, compreso i lavori di corso XX Settembre. A questo riguardo non posso che augurare buon lavoro al commissario prefettizio dott. Giovanni D’Onofrio, offrendogli, per quanto di mia conoscenza, la più completa disponibilità alla collaborazione».