«E’ discriminato: aspettiamo i servizi da oltre cinquant’anni»
«Il rione nato nell’area attigua alla chiesa di Sant’Antonio continua ad essere trascurato e discriminato».
A lanciare l’accusa è un residente in questa zona, il signor Vito Landi.
«Voglio esprimere il disappunto, che è mio ma anche di tutta la comunità che vive nel mio stesso quartiere» è la premessa del signor Landi. «Ho seguito con attenzione tutti i lavori che l’Amministrazione Comunale ha disposto per il completamento dei servizi, per i quali Manduria era in ritardo da decenni, quali la fogna, l’acquedotto e il gas. A dire il vero, ho notato tanti favoritismi in quelle zone in cui le opere per la dotazione di questi servizi sono state completate. Basta notare l’interesse che ha ricevuto il centro storico: i lavori sono andati a buon fine, nonostante anche quella zona fosse di interesse archeologico».
Poi Landi parla del quartiere della zona attigua alla chiesa di Sant’Antonio.
«Il quartiere “Sant’Antonio”, che ricade in una zona di interesse archeologico, non riesce invece ad ottenere questi servizi a causa della mancanza di fondi necessari per la loro realizzazione» continua il signor Landi. «Dopo ripetuti avvii, i lavori sono state sempre interrotti per motivi non ancora chiari. Ci chiediamo perché nel centro storico, dopo tanti ritrovamenti di reperti archeologici, sono proseguiti, mentre nella zona attigua alla chiesa di Sant’Antonio sono stati continuamente interrotti ogni qualvolta si sono trovati anche reperti di scarso valore ed interesse? A noi ci sorge il dubbio che possano esserci stati degli interessi particolari o dei favoritismi della politica manduriana. L’Amministrazione Comunale ha pensato di tagliare fuori la zona “Sant’Antonio” da questi servizi, mentre ha investito tantissimo in Uggiano, dove risiede l’ex sindaco: pista ciclabile, centro polivalente, strade ed illuminazione fra i tanti progetti attuati o in corso di attuazione. Sono stati forniti alla piccola frazione Uggiano servizi che servono anche a Manduria. Vorremmo una risposta dai politici: quanti anni bisognerà ancora attendere, considerato che è già trascorso mezzo secolo da quando è nato il quartiere? Come si fa a valorizzare il parco archeologico che è parte integrante del nostro quartiere (uno dei più grandi d’Italia), se non c’è interesse?».