«Per trovare soluzioni alle emergenze ambientali, occorrono politiche lungimiranti»
«Il partito dei Verdi si è sempre espresso, sulle vicende che riguardano l’ambiente, in modo chiaro e preciso in ogni occasione si sia presentata e molto prima che le vicende diventino emergenze.
Per l’ennesima volta torniamo a parlare di problemi legati alla gestione dei rifiuti e ciò che maggiormente sgomenta nella vicenda della discarica “Li Cicci” è come ancora una volta società venute da altre parti d’Italia possano, nell'indifferenza, nell’incuria, se non nella complicità generali, fare scempio del nostro territorio.
Nulla, non gli allarmi quotidiani per la salute, non gli esempi nefasti di altre regioni e località italiane, non gli scandali giudiziari, ha indotto chi doveva a vigilare, controllare, pretendere garanzie, provvedere, esercitare le proprie funzioni a tutela del territorio e della salute dei cittadini. E tutto questo non da ora, ma per lunghi, lunghissimi anni. Come purtroppo sempre più spesso accade,
sia a livello locale che a livello nazionale, delle cosiddette “bombe ecologiche” ci si comincia a
preoccupare quando stanno per scoppiare, o peggio; mentre, quando associazioni e partiti ambientalisti lanciano ammonimenti, prevedendo quanto poi puntualmente accade, vengono tacciati di allarmismo, terrorismo, catastrofismo.
E i cittadini? Vorranno rendersi conto che una gestione corretta del territorio ha riscontri diretti e benefici tanto sulla salute quanto sull’economia? Che la reiterazione del circolo vizioso “produzione-consumo”, oltre ad avere un insostenibile costo in termini energetici, sta ricoprendo i nostri territori, cioè il nostro habitat, di rifiuti che non si sa più come smaltire, se non creando ulteriore inquinamento e cioè ulteriore danno per la salute? I rifiuti, prima di pensare a come farli sparire, occorre evitare di produrli, abolendo, ad esempio, tutta quella mole di incarti e imballaggi, o di contenitori “usa e getta”, comunque destinati alla distruzione, che si accumulano nelle nostre pattumiere: il riciclo, infatti, pur essendo pratica virtuosa, ha ancora un costo, in termini energetici, e non azzera il saldo tra ciò che dall’ambiente si preleva e ciò che su di esso si scarica. Per trovare soluzione a questa come ad altre emergenze ambientali (frane e alluvioni sono ormai all’ordine del giorno) occorrono politiche serie e lungimiranti, cioè che sappiano programmare sul lungo periodo, che sappiano compiere scelte difficili, che sappiano investire nell’economia “verde” e nella salvaguardia dell’esistente, piuttosto che in opere pubbliche inutili e costose, che sappiano coinvolgere i cittadini in una vera e propria riconversione ad uno stile di vita più sobrio e meno impattante sull’ambiente.
Altre popolazioni si stanno avviando per questa strada, sotto la guida di politici illuminati; il nostro paese sembra andare nella direzione opposta.
Ma, tornando alle nostre questioni manduriane, è nostro dovere, come cittadini, reclamare a gran voce un cambiamento di rotta, ora che le elezioni amministrative e regionali rimettono la barra di comando nelle nostre mani di elettori e ci consentono di riappropriarci della capacità decisionale.
Saremo in grado di chiedere ai vari candidati di porre al primo punto del loro programma le questioni ambientali? Saremo in grado di distinguere, tra le varie forze politiche, quelle che possono mettere a disposizione di tutti un bagaglio di esperienze, di battaglie fatte, di proposte innovative, da altre, che usano l’ambiente come una bandiera, mentre giorno dopo giorno, compiono scelte
scellerate, grandi o piccole che siano, che lo distruggono?».
Per l’ennesima volta torniamo a parlare di problemi legati alla gestione dei rifiuti e ciò che maggiormente sgomenta nella vicenda della discarica “Li Cicci” è come ancora una volta società venute da altre parti d’Italia possano, nell'indifferenza, nell’incuria, se non nella complicità generali, fare scempio del nostro territorio.
Nulla, non gli allarmi quotidiani per la salute, non gli esempi nefasti di altre regioni e località italiane, non gli scandali giudiziari, ha indotto chi doveva a vigilare, controllare, pretendere garanzie, provvedere, esercitare le proprie funzioni a tutela del territorio e della salute dei cittadini. E tutto questo non da ora, ma per lunghi, lunghissimi anni. Come purtroppo sempre più spesso accade,
sia a livello locale che a livello nazionale, delle cosiddette “bombe ecologiche” ci si comincia a
preoccupare quando stanno per scoppiare, o peggio; mentre, quando associazioni e partiti ambientalisti lanciano ammonimenti, prevedendo quanto poi puntualmente accade, vengono tacciati di allarmismo, terrorismo, catastrofismo.
E i cittadini? Vorranno rendersi conto che una gestione corretta del territorio ha riscontri diretti e benefici tanto sulla salute quanto sull’economia? Che la reiterazione del circolo vizioso “produzione-consumo”, oltre ad avere un insostenibile costo in termini energetici, sta ricoprendo i nostri territori, cioè il nostro habitat, di rifiuti che non si sa più come smaltire, se non creando ulteriore inquinamento e cioè ulteriore danno per la salute? I rifiuti, prima di pensare a come farli sparire, occorre evitare di produrli, abolendo, ad esempio, tutta quella mole di incarti e imballaggi, o di contenitori “usa e getta”, comunque destinati alla distruzione, che si accumulano nelle nostre pattumiere: il riciclo, infatti, pur essendo pratica virtuosa, ha ancora un costo, in termini energetici, e non azzera il saldo tra ciò che dall’ambiente si preleva e ciò che su di esso si scarica. Per trovare soluzione a questa come ad altre emergenze ambientali (frane e alluvioni sono ormai all’ordine del giorno) occorrono politiche serie e lungimiranti, cioè che sappiano programmare sul lungo periodo, che sappiano compiere scelte difficili, che sappiano investire nell’economia “verde” e nella salvaguardia dell’esistente, piuttosto che in opere pubbliche inutili e costose, che sappiano coinvolgere i cittadini in una vera e propria riconversione ad uno stile di vita più sobrio e meno impattante sull’ambiente.
Altre popolazioni si stanno avviando per questa strada, sotto la guida di politici illuminati; il nostro paese sembra andare nella direzione opposta.
Ma, tornando alle nostre questioni manduriane, è nostro dovere, come cittadini, reclamare a gran voce un cambiamento di rotta, ora che le elezioni amministrative e regionali rimettono la barra di comando nelle nostre mani di elettori e ci consentono di riappropriarci della capacità decisionale.
Saremo in grado di chiedere ai vari candidati di porre al primo punto del loro programma le questioni ambientali? Saremo in grado di distinguere, tra le varie forze politiche, quelle che possono mettere a disposizione di tutti un bagaglio di esperienze, di battaglie fatte, di proposte innovative, da altre, che usano l’ambiente come una bandiera, mentre giorno dopo giorno, compiono scelte
scellerate, grandi o piccole che siano, che lo distruggono?».
Verdi per la Pace
Manduria