sabato 30 novembre 2024


27/04/2016 17:59:24 - Manduria - Cultura

Con la sua poesia e con il suo vernacolo, è stato il cantore delle tradizioni e degli usi della Manduria del secolo scorso

 
In questo suo viaggio ideale, ha ricostruito, attraverso diverse raccolte di poesie, storie, eventi e figure di personaggi che hanno popolato la sua infanzia. Ha fatto rivivere, con questa sua forma di linguaggio sempre ricercata, “antichi mestieri ormai desueti, ma vivi nella storia dell’anima popolare”.
Ha lasciato orme profonde del proprio passaggio terreno Cosimo Greco, venuto a mancare domenica scorsa a 73 anni. Docente in pensione, Greco può essere considerato il poeta mandurino più fecondo dell’ultimo mezzo secolo.
Ha iniziato a scrivere le sue composizioni in lingua italiana (“Tempo giurato”, edito da marzo nel 1981). Nella sua seconda fase dell’esperienza narrativa ha poi scelto il vernacolo, ricercando e rispolverando termini non più in uso, che ha voluto tramandare alle nuove generazioni, “affinchè possano amare la terra amata e amara dei padri”.
«Il dialetto che emerge è qualcosa di vivo e di umano, che si adegua alla fatica e ai gesti di un tempo senza tempo, alla schiavitù ingrata del contadino, ai rumori consueti degli animali che accompagnano il paesaggio con la loro esistenza» scrive, di Cosimo Greco, Donato Valli. “«l poeta annulla la sua pazienza, diventa lo sconosciuto che guarda con passione e compassione la storia, quella che è trascorsa, passata per sempre. Di essa egli rimane testimone, per salvare dall’oblio una parte di umanità che la civiltà dell’oggi rischia di seppellire per sempre».










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