sabato 23 novembre 2024


28/05/2016 19:56:12 - Sava - Attualità

La storia dell’arciere Francesco Tomaselli

Dal suo arco è riuscito a scoccare la freccia che ha centrato il “bersaglio” più importante: accettare la disabilità, integrarsi pienamente nella società e, praticando con successo questo sport, ritrovare l’entusiasmo per affrontare la vita da protagonista.
Francesco Tomaselli, Checco per la sua famiglia e per i suoi amici, ha 14 anni appena compiuti. Da 4 anni ha iniziato a tirare con l’arco.
«Francesco aveva già provato altri sport prima dell’arco, ma con ognuno di essi era sempre arrivato un momento in cui si era reso conto di avere un limite oltre il quale non poter andare, quell’attimo in cui tutto il suo entusiasmo e la sua voglia di fare, di dimostrare a sé stesso e alla sua famiglia di essere in grado di farcela, venivano spazzati via, senza nessuna pietà» racconta la madre Robertaa. «E non c’è niente di più atroce per una madre che sentirsi impotente, incapace di poter fare qualcosa per aiutare il proprio figlio, lenire il suo dolore».
L’occasione per trovare la marcia in più la offre a Checco la possibilità di frequentare, a scuola, un laboratorio di tiro con l’arco.
«Ho iniziato a tirare con l’arco: alla mia prima gara, organizzata a scuola, ottenni tre punti» racconta Checco.
Un approccio soft, ma avverte subito quella sensazione di aver trovato una nuova, coinvolgente, passione da coltivare.
«Non avrei mai potuto immaginare di poter praticare questo sport indossando la casacca azzurra della selezione giovanile italiana» confida Checco Tomaselli. «E’ stato un crescendo di emozioni e di successi, che mi hanno spinto a continuare con fiducia».
Il salto di qualità avviene, anche questa volta, quasi per caso. Tomaselli guarda in tv le Paralimpiadi di Londra e apprezza la grandissima impresa di un arciere di Belluno: Oscar De Pellegrin, che vince la sua prova, conquistando l’oro olimpico.
«Ho scritto una mail alla Federazione Italiana di Tiro con l’Arco per fare i complimenti ad Oscar e per raccontargli la mia voglia di intraprendere questa disciplina sportiva» ricorda Tomaselli. «Un po’ di giorni dopo, Oscar mi ha chiamato a casa e mi ha invitato a incontrarlo in una manifestazione che ci sarebbe stata a Reggio Calabria».
Nella città calabrese Checco conosce anche il tecnico di De Pellegrin (“Willy” Fuchsova). Da allora, grazie anche ai consigli di questi campioni, Checco Tomaselli ha conquistato vari titoli italiani giovanili.
«Al tiro con l’arco devo la felicità di mio figlio» è il commento di mamma Roberta. «L’ha fatto rinascere, l’ha reso coraggioso, sicuro di sé e delle proprie capacità. Il tiro con l’arco ha fatto accettare a Francesco la propria disabilità e ha insegnato a me a viverla con serenità».











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