sabato 23 novembre 2024


11/10/2016 17:36:59 - Sava - Attualità

Emidio Deandri: «Offro alla vostra riflessione un altro dato terribile: l’83% delle aziende controllate l’anno scorso dall’Inail sono risultate non in regola!»

 
«Purtroppo anche quest’anno apriamo la celebrazione delle vittime degli incidenti sul lavoro con un minuto di silenzio in memoria di un lavoratore morto recentemente in un incidente sul posto di lavoro. Oggi ricordiamo Giacomo Campo: non si può morire a 25 anni per portare il pane a casa!».
La sofferta riflessione personale del presidente territoriale dell’ANMIL, Emidio Deandri, ha aperto l’altro ieri mattina a Sava la cerimonia civile della 66ª edizione della Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, celebrata per ricordare i tantissimi lavoratori che hanno sacrificato la propria vita o la propria salute per il lavoro.
«Presentando questa manifestazione» ha poi aggiunto Deandri, «ho reso noti i dati dell’Inail sulle morti bianche, che evidenziano come la nostra provincia paghi un inaccettabile tributo di vite umane, di molto superiore alla media nazionale: rispetto al 2015, le morti bianche sono aumentate del 200%. E il 2016 non è ancora terminato. Offro alla vostra riflessione un altro dato terribile: l’83% delle aziende controllate l’anno scorso dall’Inail sono risultate non in regola!».
L’Anmil ha lanciato da Sava un messaggio di speranza per il reinserimento degli invalidi del lavoro nel tessuto produttivo.
«Da anni, l’Anmil si batte in tutta Italia per la sicurezza, ma c’è ancora molto da fare: oggi il lavoro femminile necessita di interventi specifici su prevenzione e assicurazione, perché nel 1965, anno cui risale il Testo unico, non era una realtà consolidata; parimenti la platea dei lavoratori coperti da assicurazione deve essere ulteriormente ampliata, fino a farla diventare universale. E’ altresì impegnata a rendere concreto il diritto dell’infortunato e tecnopatico a rientrare nel mercato del lavoro dopo l’infortunio, cosa oggettivamente non facile in quanto si tratta di soggetti spesso “lavorativamente” anziani, costretti a riconsiderare il proprio ruolo lavorativo.
È un battaglia culturale» ha poi concluso Emidio Deandri, «per abbattere la comune concezione del disabile visto dalle imprese come una “imposizione” ex lege e non come una risorsa da inserire».
Fra i dati resi noti da Deandri, anche quelli degli infortuni sul lavoro denunciati. Nella provincia di Taranto la variazione rispetto al 2015, seppure in aumento (+3,58%), è la più bassa di tutta la Puglia (+15,9 nella Bat; +11,12 in provincia di Foggia, +6,28% in quella di Lecce). Complessivamente, in Puglia, la variazione degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentata del 6,77%. Del totale degli infortuni denunciati in Puglia nel 2016 (18.564), il 15,58% dei casi (ovvero 2.893) si sono registrati nella provincia tarantina.
Mentre sono aumentati gli infortuni mortali (da 2 nell’intero 2015 a 6 nei primi 9 mesi del 2016, ovvero il 14% del totale in Puglia), sono in diminuzione le malattie professionali denunciate (-6,32%), ma l’anno solare non è ancora terminato.
Alla manifestazione dell’altro ieri mattina sono intervenuti il viceprefetto di Taranto Adriana Famà, il consigliere regionale Giuseppe Turco e i sindaci e i rappresentanti delle Amministrazioni di Taranto, Avetrana, Torricella, Sava, Massafra, Mottola San Marzano e Statte.











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