Nonostante l’uomo in più per oltre un’ora, la squadra biancorossa ha palesato le difficoltà ormai note: inquadrare la porta avversaria
Il limite di sempre ferma l’Avetrana anche a Bitonto: la difficoltà di concretizzare la manovra offensiva.
Nonostante l’uomo in più per oltre un’ora (al 27’, dopo lo 0-1 realizzato dal dischetto dall’intramontabile Pierino Zotti, è stato espulso l’esterno barese Turitto), la squadra biancorossa ha palesato le difficoltà ormai note: inquadrare la porta avversaria. Indubbiamente l’avversario non era fra quelli più facili da affrontare. Di fronte, l’altro ieri vi era una delle squadre meglio attrezzate del campionato, che vanta la quarta miglior difesa e il secondo miglior attacco. Ma con la superiorità numerica per tanto tempo, qualcosa in più bisognava osare.
Gerardo Viscido ha dovuto rinunciare ai due esterni titolari della difesa: lo squalificato Amaddio e l’infortunato Cimino. A destra ha sistemato il classe ’97 Diagnè (prima da titolare per lui) e, a sinistra, ha dato fiducia a Urbano.
Avendo inserito uno juniores nel pacchetto difensivo, il tecnico campano ha rilanciato capitan Gioia a centrocampo, mentre De Stradis si è accomodato in panchina. In avvio di secondo tempo i cambi decisi da mister Viscido non hanno sortito gli effetti sperati: Greco ha preso il posto di Cellamare e Macchia, sostituendo Gioia, è andato a dar man forte a Coquin, spesso troppo isolato, in avanti.
Il Bitonto ha trovato la rete del 2-0 con Bonasia e, per l’Avetrana, ora ultima in classifica, è calato il buio. Da segnalare solo una grande parata del portiere di casa su una conclusione di Richella.
La situazione diventa sempre più critica. Il sest’ultimo posto (ovvero la salvezza diretta) dista 7 punti. Il quart’ultimo posto solo 2. C’è l’impressione che la lotta per evitare l’ultimo posto (quello che decreta la retrocessione diretta) sia ormai ristretta solo a Avetrana, Hellas Taranto (entrambe ultime) e al Molfetta (quart’ultima).