Ha raccontato la sua vita e la sua carriera. Il futuro? Gradirebbe restare ad Avetrana
E’ il primo straniero che ha vestito la maglia biancorossa dell’Avetrana. Con i suoi gol (12) ha guidato l’Avetrana in un’impresa straordinaria, ancora più rilevante rispetto alla storica promozione in Eccellenza della scorsa primavera: la permanenza nella premiere league pugliese, traguardo che sembrava mera utopia un paio di mesi fa, quando l’Avetrana era malinconicamente ultima in classifica.
Stephane Coquin, 34 anni, ha incontrato i ragazzi della scuola media di Avetrana. Per tanti di loro, che seguono ogni domenica capitan Gioia e soci, è diventato un idolo.
«Sono nato in un quartiere di Parigi» ha raccontato Coquin ai suoi giovani interlocutori.«Mio padre è stato un pugile professionista. Da piccolo, frequentavo sia la palestra di mio padre, sia i campetti da calcio. A 10 anni ho scelto il calcio. Sono cresciuto nel club Courbevoie, poi sono passato al Racing Parigi. A 13 mi ha ingaggiato il Saint Etienne, club nel quale si è affermato Platini. Per tre anni ho vissuto da solo, a circa 700 km dalla mia città. Volevo affermarmi nel calcio e, benché in tenera età, ho accettato qualunque tipo di sacrificio».
A 16 anni viene “adocchiato” dal Genoa.
«Mi fu proposto un contratto da professionista e non esitai un attimo a sottoscriverlo. Avrei dovuto crescere con la Primavera, ma, in realtà, ero sempre aggregato in prima squadra. Esordii in serie B, giocando con compagni molto forti: Francioso, Stroppa, Lorieri, Torrente».
La consacrazione, con il salto in serie A, non è arrivata, ma Coquin ha militato a lungo in tornei professionistici.
«Forse mi è mancato un pizzico di umiltà» ha riferito agli studenti avetranesi. «Il mio passaggio all’Avetrana? Devo confidarvi che inizialmente non ero molto convinto di accettare la proposta. Poi ho notato quanto la società e il d.s. Bruno tenessero a me. Col senno del poi, la scelta è stata felicissima: pur non essendo prima punta e con una gara ancora da giocare, ho realizzato 12 gol, 2 in meno rispetto alla mia annata più prolifica. Siamo riusciti a centrare un obiettivo grandissimo, grazie anche all’arrivo di mister Viscido e di alcuni rinforzi che hanno puntellato l’organico. L’anno prossimo? Rimarrei volentieri..».