sabato 23 novembre 2024


12/12/2009 10:40:09 - Maruggio - Politica

La toccante testimonianza di due lavoratori precari di Maruggio

 
Anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, la carovana antimafie passa da Maruggio, grazie all’impegno dei ragazzi del circolo ARCI Paisà, affrontando l’attualissimo tema del precariato.
Questa iniziativa nata circa una quindicina d’anni fa in Sicilia, in aperta opposizione a Cosa Nostra, ha poi avuto un doveroso e notevole seguito in tutta Italia, fino ad essere addirittura esportata all’estero.
Ma la domanda è d’obbligo: di cosa parliamo esattamente? Parliamo di circa un paio di mesi in cui, lungo tutta la penisola, si aprono dibattiti, si proiettano video, si vendono prodotti coltivati su terreni agricoli confiscati alla mafia, si cerca insomma di tenere viva l’attenzione verso problematiche sociali di cui non ci si può permettere di mostrare disinteresse. E’ in questo contesto che si inseriscono le iniziative dell’ARCI Paisà che, prima la settimana scorsa, con la visione in una scuola del film Iqbal, affronta l’argomento dello sfruttamento del lavoro minorile, poi il 9 dicembre organizza per l’appunto il dibattito sopracitato.
A relazionare sono in tre:Giancarlo Girardi, dell’associazione Libera di Taranto, associazione che da anni ha fatto della lotta alla mafia il proprio cavallo di battaglia; Luca Delton, del NIdiL CGIL, Nuove Identità di Lavoro, struttura sindacale che ci occupa della rappresentanza dei lavoratori atipici; e Lorenzo Cazzato, presidente dell’Arci Taranto. Tutti pronti a rimarcare il legame esistente tra mafia e precariato, il lavoro nero dei clandestini ne è un esempio lampante, ma anche la mafia che si inserisce in un contesto sociale in cui il lavoro latita, la mafia che sostituisce in quel caso lo Sato vero e proprio. E’ la parola “precario” a farla da padrone, ad essere sviscerata nei suoi molteplici aspetti, le difficoltà economiche di chi non riesce ad essere retribuito continuativamente, che di conseguenza sfociano nella difficoltà a crearsi un futuro (l’acquisto di una casa, o addirittura di un’auto), quindi precarietà nel lavoro, ma anche precarietà nella vita privata, e nel caso di Taranto, con riferimento ovvio aIl’Ilva, si parla anche di precarietà di salute.
E proprio questo genere di difficoltà si ritrova ad affrontare il protagonista del corto “Una bella bistecca”, che per racimolare un pò di soldi dopo aver perso il lavoro (in nero) si fa massacrare sul ring in un incontro di boxe.
Poi tocca alle esperienze personali di due cittadini maruggesi, un giovane cameriere ed una docente che si ritrova a casa nonostante le competenze e le conoscenze maturate in ben 10 anni d’insegnamento, due casi diversi accomunati dalla trasversalità del problema lavoro, ed è lì che tutti e tre i relatori sottolineano l’importanza dell’impegno da parte di ogni singolo cittadino, la necessità di informarsi sui contratti che si vanno a stipulare, non cedere all’omertà quando si tratta di richiedere i propri diritti, la volontà di essere partecipi della propria vita senza delegare agli altri.
Tutti elementi importanti questi che proprio adesso,in periodo di crisi,è stato giusto affrontare.
 
 
Andrea Però










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