sabato 23 novembre 2024


27/11/2017 08:42:58 - Sava - Attualità

Mons. Pisanello: «Come reagire? Con il silenzio, con il pianto e con la preghiera»

 

Dolore, commozione e cordoglio ieri mattina per l’ultimo saluto a Damiano Pesare, sua figlia Nella e il marito di quest’ultima, Salvatore, ammazzati, sabato scorso, dall’appuntato dei Carabinieri Raffaele Pesare, figlio di Damiano e fratello di Nella. Un gesto inconsulto, forse un raptus di follia, che ha distrutto due famiglie e che ha sconvolto l’intera comunità di Sava.

Chiesa gremita davanti alle tre bare, allineate ai piedi dell’altare: Damiano a sinistra, Nella al centro e Salvatore a destra. Su ognuna delle bare le rispettive foto. Le salme sono arrivate a Sava intorno alle 9,30. Con la chiesa ancora vuota, ha dato l’ultimo saluto ai suoi genitori e al nonno anche il piccolo Alessandro, accompagnato da una cugina, alla quale è in affidamento: davanti alla sconvolgente realtà e con un episodio che segnerà per sempre la sua vita, il viso di Alessandro, poco più di 10 ani, è stato solcato da rigagnoli di lacrime.

In prima fila, oltre ai familiari, i rappresentanti delle istituzioni. Presenti il sindaco Dario Iaia, con il tricolore, ma anche una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri: il comandante provinciale, il col. Andrea Intermite, il comandante della Compagnia di Manduria (presso la quale prestava servizio l’omicida), il cap. Sergio Riccardi, e il comandante della Stazione di Sava, il mar. Edoardo Quaranta, i quali hanno voluto trasmettere la vicinanza del Corpo.

A celebrare la funzione religiosa, insieme al parroco don Fernando Mancino, il vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello.

Prima dell’inizio, è stata annunciata la scelta di confermare i canti di gioia in programma per questa domenica.

«Sembrerà inopportuno, ma questi nostri amici, che non ci sono più, erano soliti partecipare alle Messe» è stato spiegato. «Noi siamo sicuri che oggi, dal cielo, canteranno con noi e loderanno il nostro Signore. Anche se affranti dal dolore, rivolgiamo il nostro sguardo alla luce di Cristo risorto, che vince la tristezza e i dubbi».

Durante l’omelia, invece, le parole di conforto di mons. Pisanello.

«Sono giorni nuvolosi e di caligine. Giorni oscuri, in cui la vita è stata sopraffatta dalla morte e il male ha preso il sopravvento» le parole del vescovo di Oria. «Davanti ad episodi come questo, ci si sente persi, sbandati. L’incredulità, lo sgomento e forse anche la paura prendono il sopravvento. Come reagire? Con il silenzio, con il pianto e con la preghiera. Con il silenzio che ci interroga sul valore della vita e su come insegniamo questo valore alle nuove generazioni. Con il pianto, che ci aiuta a metabolizzare, che ammorbidisce il dolore e lenisce la disperazione. Poi con la preghiera, affinchè il nostro Signore accolga questi fratelli tragicamente strappati alla vita».

Al termine del funerale, le tre bare sono state salutate con applauso dalle persone che le hanno attese all’esterno della chiesa. Poi, a spalla, sono state portate nella vicina piazza in cui questa famiglia abitava, per un ultimo, simbolico, saluto. Quindi l’estremo viaggio verso il cimitero.

 

 

 

 











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