Servirà ad osservare le prime galassie dell’universo, le prime formazioni e le prime stelle, ovvero la “prima luce”, che risalirebbe a un’epoca intorno a 550 milioni di anni dopo il Big Bang, rivoluzionando l’astronomia
Ha 32 anni, è un ingegnere originario di Lizzano e da sette anni lavora con la Nasa. Suoi sono alcuni modelli matematici applicati nella realizzazione del telescopio spaziale “James Webb Space Telescope”, per il quale la Nasa ha investito circa 10 miliardi di dollari.
Sistemi e modelli estremamente innovativi, che hanno portato Giuseppe Cataldo, questo il suo nome, ad essere un pilastro di questo lavoro di squadra in fase di attuazione con un obiettivo ben preciso: poter osservare le prime galassie dell’universo, le prime formazioni e le prime stelle, ovvero la “prima luce”, che risalirebbe a un’epoca intorno a 550 milioni di anni dopo il Big Bang.
Un vero e proprio genio, insomma, che ha sempre coltivato, sin dall’adolescenza, la passione verso la scienza e verso la ricerca.
«E’ sempre stato un ragazzo in gamba, ricco di fantasia, estremamente determinato a raggiungere ogni obiettivo che, man mano, si poneva» ricorda, di lui, la sua docente nel periodo della scuola media, Maria Antonucci. «Amava la scienza, ma coltivava anche la passione per la musica: ricordo che suonava il violino».
Dopo i tre anni della scuola media, la scelta di frequentare l’ITIS “Oreste del Prete” di Sava.
«Il liceo scientifico tecnologico del “Del Prete” era l’indirizzo di studio che più mi avrebbe consentito di studiare la matematica, la fisica e l’informatica» ricorda l’ing. Cataldo, raggiunto ieri mattina per telefono. «Ricordo ancora con piacere i miei compagni di scuola e i docenti di quel periodo».
Ottenuto il diploma, Giuseppe Cataldo ha frequentato il Politecnico di Milano, raggiungendo brillantemente la laurea in Ingegneria Aerospaziale. Studi perfezionati con ben tre master: uno al Politecnico di Milano, l’altro in quello di Torino e, poi, il terzo nell’Istituto Superiore per l’Aeronautica e lo Spazio di Tolosa, in Francia.
«In quel periodo ho ricevuto una mail. L’Agenzia Spaziale Europea ci informava che sarebbe partita una selezione di due studenti europei, che sarebbero poi stati assunti dalla Nasa. Ho inviato il mio curriculum e sostenuto anche due colloqui. Ma ero scettico sulle possibilità di essere assunto. Quando avevo quasi dimenticato di aver partecipato a questa selezione, ecco l’annuncio che ho accolto con grande incredulità, ma anche tanta gioia: ero stato assunto dalla Nasa».
L’ing. Giuseppe Cataldo fu destinato al progetto per la realizzazione del nuovo telescopio che sarà l’erede dell’attuale Hubble. Un’equipe vi lavorava da oltre 15 anni, ma l’arrivo del lizzanese Cataldo ha rappresentato la svolta. Idee innovative che gli hanno fruttato due prestigiosi riconoscimenti: l’Early Career Public Achievement Medal per i nuovi metodi matematici ideati per controllare gli aspetti termici, i più critici del telescopio, nonché il Group Achievement Award per i meriti conquistati nella costruzione e nella prova dello stesso osservatorio al centro Goddard della Nasa.
«Il nuovo telescopio sarà lanciato nello spazio nella primavera di quest’anno: impiegherà circa un mese per arrivare in orbita (circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra). Dopo circa altri sei mesi, inizieranno le osservazioni scientifiche vere e proprie. Avremo dati nuovissimi relativi allo studio dei pianeti che si trovano fuori del sistema solare, rivoluzionando l’astronomia. Grazie al mio metodo matematico, avremo un’affidabilità finora impossibile da raggiungere.
Un messaggio ai ragazzi della “mia” terra: non smettete mai di credere nei vostri sogni, studiando e applicandovi per ogni vostra scommessa».