Forse si è sbagliato a parlare di serie D come obiettivo. La forza di questa squadra è il gruppo e, soprattutto, l’umiltà
L’Avetrana si ferma sul più bello. Giunto il momento di osare (con un successo, sarebbe balzata in vetta alla classifica), la squadra di mister Branà si arrende al Casarano, incassando la prima sconfitta interna della stagione, la terza complessiva.
Eppure, i primi 45 minuti, terminati a reti bianche, erano stati tutto sommato soddisfacenti. Nonostante il pressing a tutto campo del Casarano, che recuperava Zaminga (una pedina fondamentale per lo scacchiere di mister Sportillo, che compone la diga di centrocampo insieme a Vicedomini e Quarta), i biancorossi di casa hanno cercato di rendersi pericolosi con i fraseggi veloci e le incursioni dalle corsie esterne.
Molto bella la triangolazione di prima fra Cappellini, Romano e Richella, sulla quale la retroguardia ospite è stata costretta a salvarsi con un fallo di mani commesso proprio sulla riga dell’area grande. Il successivo calcio di punizione, battuto da Cappellini, è stato respinto dalla barriera; sulla sfera si è avventato Richella, che non è riuscito ad inquadrare lo specchio della porta. Al 24’ il tentativo di Alemanni dalla distanza: la conclusione dell’esterno di Galatina, che aveva firmato tre gol nei precedenti 180 minuti, si è spenta sul fondo.
Poi, gradualmente, l’Avetrana ha iniziato a spegnersi, accusando la giornata-no di qualche elemento, sia a centrocampo (dove si continua ad avvertire la lunghissima assenza di Franco), sia in difesa (nelle ultime 6 giornate sono stati incassati 9 gol, mentre nelle precedenti 16 Petranca aveva dovuto raccogliere il pallone dal sacco appena 10 volte).
L’avvio di ripresa è stato fatale: in 6 minuti il Casarano ha realizzato 2 reti, che hanno steso l’Avetrana. Nonostante la buona volontà e i cambi apportati da Branà per cercare di dare uno scossone alla propria squadra, i biancorossi non hanno mai impegnato il portiere ospite. L’unica azione pericolosa al 12’, con un’incursione di Richella, sul cui traversone Casalino si è rifugiato in angolo.
Prima del triplice fischio è arrivata la terza rete del Casarano.
La sconfitta, chiaramente, non cancella tutto ciò che di buono l’Avetrana ha fatto in questa stagione. Forse è stata pagata a caro prezzo l’euforia seguita alla doppia vittoria negli ultimi due turni. Parlare di promozione in serie D ci è infatti sembrato azzardato. Senza voler disconoscere i meriti di società e squadra, vi sono altre compagini che hanno avuto a disposizione un budget nettamente superiore a quello del club del patron Saracino e che dispongono di rose con elementi da categoria superiore.
L’arma dell’Avetrana è sempre stata la compattezza dello spogliatoio e l’umiltà. Bisogna assolutamente recuperare quest’ultima qualità prima della prossima partita, che si disputerà nuovamente in casa, questa volta contro un Barletta che, a dispetto del nobile blasone, sta lottando per non retrocedere in Promozione.