L’ing. Borri: «La nostra è una pianificazione di qualità. La costa? Una carta che si può ancora giocare»
Dopo gli interventi dei due politici, è stata la volta dei tecnici: dapprima il prof. Dino Borri, direttore del Dipartimento di Architettura ed Urbanistica dell’Università di Bari, e poi l’arch. Lorenzo Prete, progettista del PUG del Comune di Manduria.
L’ing. Borri ha dapprima sottolineato gli aspetti storici della parte della città cosiddetta “consolidata”, ovvero di quella già esistente: la zona archeologica e la zona che presenta il barocco (che ha definito fra i più belli d’Italia).
«Nel PUG si tiene conto di questa base storica di grande delicatezza» ha affermato l’ing. Borri. «Dopo la crescita urbanistica di quantità che c’è stata a Manduria negli anni ’60 e ’70, ora noi passiamo ad una pianificazione di qualità. La crescita di quantità ha infatti creato delle smagliature, che ora cercheremo di sistemare. La città ha bisogno di servizi, di aree produttive e alloggi (che però siano accessibili a tutti). Abbiamo rimodulato l’accessibilità alla città, compiendo alcune scelte sulle strade perimetrali.
Poi abbiamo preso in considerazione il grande agro di Manduria, che può avere un interessante futuro. Infine il discorso sulla costa. Quella del litorale potrebbe sembrare, a prima vista, un’occasione sprecata. Invece, dopo aver meditato tantissimo sul da fare, siamo convinti che la costa possa essere ancora una carta da giocare per lo sviluppo della città. Crediamo, infatti, di aver raggiunto un quadro ed un equilibrio soddisfacente. Quindi sono tre le zone principali in cui abbiamo suddiviso la città: la città consolidata, ovvero il centro abitato; la campagna, molto tutelata e bella dal punto di vista paesaggistico; e la costa, per la cui riqualificazione abbiamo provveduto alla microzonazione».
L’ing. Borri, auspicando che sia Vendola ad approvare il PUG (e quindi augurandosi che entro un anno l’iter possa essere concluso), ha sottolineato come l’arco temporale di validità non vada oltre i dieci anni.
E’ quindi intervenuto l’ing. Lorenzo Prete, che si è soffermato, con un linguaggio molto tecnico (poco comprensibile per chi tecnico non è), sulle novità nelle varie zone insediative di Manduria.
E’ rimasta quindi insoddisfatta in tanti la curiosità di sapere il reale sviluppo che è stato disegnato per Manduria. In particolare per la sua fascia costiera. Ci saranno, ad esempio, zone in cui potranno nascere nuovi alberghi? E cosa è previsto per i lotti interclusi?
In attesa di saperne di più, possiamo solo proporvi quelli che sono gli obiettivi e gli orientamenti di massima del PUG.
«La nuova pianificazione comunale, anche attraverso il criterio di differenziazione, dovrà porre in atto una revisione dei parametri e dei sistemi interpretativi utilizzati in passato nella conoscenza e nell’uso del territorio» è riportato nel documento di scoping della VAS. «Il quadro di conoscenze dal punto di vista storico-ambientale, insediativi e infrastrutturale dovrà portare alla definizione dei caratteri dominanti delle nostre risorse identitarie a cui saranno rivolte politiche di piano capaci di eliminare le problematicità che ne minano la loro integrità e valorizzare i processi di sviluppo sostenibile. In considerazione di quanto precede, si rende necessario conoscere ed interpretare il territorio con modalità pertinenti e con strumenti efficaci, in grado di formare consapevolezze nella comunità locale su: natura, caratteristiche e consistenza del territorio, sui rischi cui è esposto e sulle opportunità che esso offre. In questo senso il nostro territorio ha valore di patrimonio sociale e di bene comune stratificato da preservare e, pertanto, deve essere ripensato mediante interventi che ne favoriscano l’elevamento della qualità e ne consentano il mantenimento e lo sviluppo della propria identità. In sintesi, i principi generali e gli obiettivi che l’Amministrazione intende perseguire ai fini della formazione del PUG e a cui dovranno essere indirizzare le future scelte di piano riguarderanno: 1) la tutela e valorizzazione dei valori ambientali, storici e culturali (derivanti dalla lettura significativa del territorio comunale) finalizzati allo sviluppo sostenibile (ambientale, sociale ed economico) del territorio; 2) la centralità, nell’azione di governo del territorio, della riqualificazione rispetto all’espansione urbana; 3) l’applicazione del principio di “sussidiarietà” mediante il metodo della co-pianificazione; 4) l’efficienza dell’azione amministrativa mediante la semplificazione dei procedimenti; 5) la trasparenza delle scelte mediane la più ampia partecipazione sociale; 6) la “perequazione urbanistica” quale strumento attuativo e di equità sociale; 7) l’introduzione di procedure valutative nella attività di pianificazione.