sabato 23 novembre 2024


30/06/2018 08:27:39 - Avetrana - Calcio

«Dopo sei anni, non posso più sopportare l’onere di sostenere una squadra di calcio a questi livelli. Ho bisogno di altri soci e, dopo l’incontro con l’Amministrazione, sono fiducioso nella possibilità di ripartire nuovamente. Non dovessimo riuscirci? Solo in quella circostanza porgerei il titolo a qualche altra realtà»

 

Daniele Saracino, patron dell’Avetrana, interviene per parlare della situazione del calcio biancorosso.

«Con l’Amministrazione ci siamo chiariti. Durante la prossima settimana ci sarà erogato il contributo relativo alla stagione 2017-18: servirà per pagare l’ottavo ed ultimo mese ai calciatori. Già, perché fra coloro che hanno indossato la casacca dell’Avetrana non ci sarà mai nessuno che potrà rivendicare delle spettanze».

Parallelamente, però, si avvierà una fase di consultazione degli operatori del posto.

«L’obiettivo è quello di trovarne dieci che siano in grado di far fronte all’onere finanziario complessivo che richiede una squadra di Eccellenza: ognuno, dunque, dovrebbe possedere una quota del 10%» spiega Daniele Saracino. «Io, dopo sei anni, non posso più garantire la continuità. Ringrazio coloro (la famiglia Baldari, Lucio e qualche altro amico) che, in questi anni, mi sono stati vicini, ma per il futuro serve costituire una base più solida».

Dalla settimana prossima, quindi, Amministrazione e club biancorosso avvieranno degli incontri.

«Io sono molto fiducioso» prosegue Saracino. «Se non riuscissimo a trovare i dieci imprenditori? Inutile prendersi in giro, io non riuscirei più ad andare avanti con le mie sole forze. Sono sei anni che sacrifico la famiglia e il lavoro e, come per ogni cosa, vi è un inizio e vi è una fine. Ma ho notato un concreto interessamento da parte del sindaco Minò, del vice Scarciglia e dell’assessore Manna. Questo è il momento di stare uniti. Lasciamo perdere le chiacchiere circa la vendita del titolo. Chi le mette in giro non vuole bene ad Avetrana. Ora è il momento di remare tutti nella stessa direzione. La società è aperta a tutti. Se ci fosse qualcuno che volesse prendere il mio posto, io farei un passo indietro. Se non riusciremo a coinvolgere altra gente, piuttosto che far “morire” così la nostra esperienza, sarò costretto a cederlo ad altre società. Ma sono convinto che ci siano le basi per fare bene: io la squadra l’ho creata e vorrei vederla ancora in campo».











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