«Pensare solo al proprio orticello è sbagliato, soprattutto perché la conferma dell’ubicazione del depuratore nel sito lungo la provinciale “Tarantina” danneggia il vicino e, anzi, distrugge quel poco di economia che può venire dal turismo, anche se risicato. Questa soluzione è da considerarsi scellerata quando si ha la possibilità di utilizzare altri e ampi spazi lontani da Urmo»
Alla vigilia dell’ennesima conferenza dei servizi (programmata per giovedì prossimo a Bari), il Comitato per la Tutela del Territorio di Avetrana, associato a Italia Nostra, torna a criticare la scelta del sito in cui ubicare il depuratore.
«La comunità di Avetrana ha solo questa possibilità economica, non avendo sbocchi sul mare» è riportato in una nota. «Quanti danni hanno provocato i confini provinciali con le sperequazioni tra paesi che hanno parecchi chilometri di costa, ma che spesso non sanno come gestire, ed altri paesi con nemmeno un metro di spiaggia? E’ deplorevole e ingiustificabile la difesa ad oltranza dello status quo. Eppure molti abitanti dei paesi vicini con il pagamento delle tasse (specie IMU per la seconda casa) contribuiscono a rimpinguare le casse del comune di Manduria, non ricevendo nulla in cambio. Non è pensabile che alla fine del 2018 Specchiarica e Torre Colimena non hanno ancora l’acqua potabile! Si dovrebbe lottare per questo, fare anche una politica per rivendicare i riaggiustamenti del territorio e creare consorzi per la gestione locale.
A cosa servono 3 commissari se poi tutto resta come prima? Ci saremmo aspettati una dialettica interna al triunvirato, una qualche richiesta di dibattito con i referenti politici (e non) del posto per mantenere la pace sociale. Invece si è optato, come al solito, per la formula più comoda e così si è tirato in ballo la parola magica: “emergenza sanitaria”. Ma se, a loro parere, la situazione è tale, non è più facile ristrutturare l’attuale depuratore con minor spesa e con tempi molto più esigui?».
Il comitato torna a rilanciare la propria proposta.
«Manduria e Sava, attualmente interessate alla nuova depurazione possono singolarmente, o insieme, vedere di trovare provvedimenti al proprio sistema di depurazione attivando tutte quelle progettualità che hanno ed utilizzando siti e strutture esistenti per le quali, specie a Sava, ci sono le basi per un progetto finale di buon livello. La denuncia alla Regione di Sava è un vero e proprio autogol: come si giustifica l’intervento delle Iene, il non ritrovamento del faldone del vecchio depuratore con la non risposta di accesso agli atti? Voler escludere Avetrana dalla discussione del progetto Urmo Specchiarica appare come una politica miope e insensata. La progettualità di un’opera altamente impattante sul territorio coinvolge tutte le comunità dei paesi vicini all’area e la Regione.
In definitiva, il costruendo depuratore consortile a Urmo, rappresenta una grossa opera, molto costosa, che potrebbe stimolare nefasti appetiti, senza risolvere il vero problema. Occorre rispettare le volontà popolari, l’ambiente e l’economia. Noi non vogliamo vergognarci con i nostri figli».