«E’ stato un errore assumere una posizione isolata»
«Ci soffermiamo sul problema costituito dal depuratore consortile.
Vera e propria araba fenice.
Si tratta di un problema gravissimo e annosissimo, la cui soluzione è stata inseguita e agognata dalla nostra popolazione. Ci dobbiamo riportare agli anni ‘70, quando qualche Amministrazione dell’epoca iniziò la costruzione del depuratore sulla strada per Francavilla. I residuati di quell’opera giacciono inerti, da allora, a fare bella mostra di sè all’automobilista, al ciclista, al viandante.
Esempio mai abbastanza enfatizzato del fallimento della capacità degli amministratori di risolvere i problemi, e dare risposta ai bisogni della cittadinanza.
Purtroppo, nel tempo, la situazione non è di certo migliorata.
Si è fatto trascorrere inutilmente il tempo in cui era possibile richiedere la costruzione di un impianto in modo autonomo.
Forse volutamente.
Ci si è poi adagiati, per mancanza di iniziativa e di fantasia, sul progetto di un consorzio con il Comune di Manduria che, a sua volta, non poteva non fare i conti (per ragioni geografiche) con la popolazione di Avetrana.
Era dunque normale attendersi una sollevazione energica da parte di territori dove lo scarico delle acque reflue doveva, alla fine, confluire.
Territori baciati e accarezzati da madre natura, protetti e, soprattutto, difesi dalle tante associazioni ambientalistiche.
Durante i 10 anni delle giunte regionali a guida Vendola, non si è fatto altro che litigare, come i capponi di Renzo ne “I promessi sposi”, pur sapendo che, in questo modo, la politica avrebbe soltanto preso tempo.
Ma il problema, nel frattempo, diveniva sempre più pressante.
Tra il 2013 ed il 2014, visto il perdurare di questo stallo, fu suggerito all’attuale Amministrazione di ricercare un’altra via, facendosi portavoce di una iniziativa autonoma, che prevedeva un impianto nel nostro territorio.
Ovviamente, non con lo scarico a mare.
La proposta, forse perchè ritenuta troppo avveniristica ed improbabile, non venne presa in seria considerazione.
E siamo ai giorni nostri, con la giunta regionale (a guida Emiliano dal 2015) che, pur avendo appaltato i lavori secondo un progetto dell’AQP approvato dagli Uffici Regionali, di fatto è bloccato, con ricadute evidenti sui disagi, soprattutto, dei cittadini savesi.
Il motivo principale del blocco della situazione risiede nella opposizione ferrea che la popolazione di Avetrana, di quanti risiedono nei territori interessati dallo scarico, di gran parte dei cittadini manduriani, delle associazioni ambientalistiche, stanno mettendo in campo.
Con mezzi diversi, ma che, finora, si sono rivelati efficaci nel ritardare anche solo l’inizio della soluzione del problema.
Ripetiamo, a scanso di equivoci: lo stallo nuoce soprattutto a noi di Sava, che subiamo più di tutti l’assenza di un impianto che consenta di liberarci di un problema igienico gravissimo, che si ripercuote (basta guardare le statistiche) sulla salute di noi tutti.
Ma, ed è questo il pensiero del movimento che rappresentiamo, non si può combattere una battaglia persa in partenza, tenendo una posizione isolata, contro le popolazioni di Avetrana e Manduria, che sono riuscite a coinvolgere anche quelle di Maruggio, Torricella ecc...
Per uscire dallo stallo, e per non dare ulteriore ragioni alla politica ambigua della Regione, è necessario avanzare una proposta autonoma, chiara, che interessi soltanto il nostro territorio.
In questo modo, il governo regionale sarà stanato, e capiremo la realtà dei fatti!
Su quella proposta, allora si, potremo chiedere il sostegno delle altre popolazioni, perchè Sava non sia detentrice di un triste primato in Italia, quello di essere l’unico paese privo di impianto di depurazione!
Approfittiamo per fare gli auguri ai nostri concittadini di un buon fine anno 2018 e di un migliore 2019».
Movimento Civico Uniti per Sava