martedì 26 novembre 2024


08/03/2019 07:51:19 - Manduria - Attualità

Ma è proprio necessaria che ci sia la festa dell’8 marzo per riflettere sulla condizione delle donne?

Dispiace che debba esistere una giornata celebrativa della donna dal momento che denuncia ancora una volta di più la necessità di riflettere su una società definita “moderna” dove invece si vivono ancora discriminazioni sessuali. Così come non esiste una ricorrenza celebrativa per l’uomo, lo stesso dovrebbe essere per le donne della nostra civiltà ormai evoluta.
E invece c’è bisogno di tanti 8 marzo per riflettere tutti assieme sulle discriminazioni sociali e politiche che molte donne, specie in alcuni Paesi del mondo, ancora sono costrette a subire in una società che rimane nel suo profondo troppo maschilista.
Per questo era stata istituita la giornata delle donne, “The Woman’s Day”, per rivendicare conquiste sociali e politiche e rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le ingiustizie nei loro confronti. Le promotrici furono le donne del partito socialista americano dei primi anni del secolo scorso. Si chiedeva il diritto al voto, aumenti del salario e migliori condizioni di lavoro per le donne operaie. Le rivendicazioni sfociarono in una grande manifestazione a New York, il 28 febbraio del 1909, con lo sciopero di migliaia di operaie che chiedevano il riconoscimento dei loro diritti. Da allora negli USA l’ultima domenica di febbraio veniva celebrata questa ricorrenza.
Che la celebrazione sia stata istituita per ricordare la morte di 129 operaie in sciopero, chiuse dentro la fabbrica Cotton in fiamme, dal padrone cattivo, è solo una frottola, una leggenda del secondo dopoguerra. Un incendio in una fabbrica newyorkese ci fu per davvero, si trattava della Triangle, ma solo il 25 marzo del 1911, quando la festa era già stata istituita, e nel rogo morirono uomini e donne.
La ricorrenza si diffuse, sempre con matrici politiche, anche in Europa e adottò la data dell’8 marzo in Russia, nel 1917, quando le donne scesero in piazza a Pietroburgo per invocare la fine della guerra.
In Italia la celebrazione ebbe inizio nel 1922, il 12 marzo, ma fu accolta tiepidamente e in parte osteggiata dalle classi politiche dirigenti, contrarie al comunismo.
Solo nel dopoguerra l’iniziativa riprese vigore grazie alla volontà dell’UDI (unione Donne Italiane) e celebrata ufficialmente l’8 marzo del 1946.
L’impennata si è avuta, però, negli anni settanta grazie al movimento femminista, tanto che il1975 è stato definito dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale delle Donne” e da allora l’8 marzo in tutto il mondo si manifesta per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
La mimosa, che fiorisce alla fine dell’inverno, ne divenne il simbolo costitutivo.
Che ne è oggi della festa della donna? Diciamo la verità, come altre ricorrenze ha assunto una connotazione piuttosto commerciale e solo a livello delle Organizzazioni femminili ha mantenuto il suo valore iniziale. Per la maggior parte delle donne, invece, questa giornata viene vissuta come l’occasione di uscite tra amiche, magari con un’aria un pizzico trasgressiva, una libera uscita dagli impegni ordinari coi fidanzati per una volta lasciati (a guardarsi la partita) e i mariti a casa a fare da balia ai figli.

Comunque sia, tanto auguri donne!











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