La testimonianza di una donna manduriana che deve la vita proprio a due trapianti
Bioetica e donazione degli organi: saranno questi i temi di un incontro in programma nel pomeriggio di domani (mercoledì 27 marzo) presso l’istituto “Del Prete-Falcone” di Sava.
Ospiti degli studenti del laboratorio di giornalismo della scuola savese la dott.ssa Lella De Marco, dottoressa di bioetica, e Alessandra Nigro, una signora di Manduria che, proprio grazie a due trapianti, è riuscita a superare problemi di salute molto gravi, per i quali ha rischiato la vita.
«Nei primi anni del ventesimo secolo ha iniziato a prendere piede la pratica del trapianto di organi che, oggi, è ormai comunemente praticata in tutte le parti del mondo» spiegano Elisabetta Matarrelli e Giada Pernorio, due studentesse del “Del Prete-Falcone”, per presentare l’iniziativa. «Negli ultimi anni, grazie agli studi e alle ricerche costanti su possibili miglioramenti della scienza medica, si è giunti alla possibilità di trapiantare interi organi e tessuti (ad esempio il midollo osseo) e soprattutto a trapianti tra due specie differenti (chiamati “xenotrapianti”).
Da che mondo è mondo, però, ogni qual volta che il progresso si fa sentire, ci sono pro e contro. Al di là dei problemi medici che possono insorgere quando ci si sottopone a questo tipo di intervento, ci sono i problemi legati all’etica, bioetica appunto.
Facile è pensare quali possono essere questi problemi: un esempio facile è chi crede che “togliere” un organo a qualcuno (defunto o in vita) sia irrispettoso.
Mercoledì 27 marzo, alle 15, la signora Nigro ci racconterà la propria esperienza: lo sconforto al momento della diagnosi, la speranza di poter combattere la malattia attraverso il trapianto, l’ansia nei giorni in cui la chiamata non arrivava e poi, dopo il trapianto, la felicità per la ripresa e la nuova vita. La dott.ssa De Marco, invece, si soffermerà soprattutto sugli aspetti etici e giuridici».