Adesso ci fermano in ogni luogo e ci dicono: “Abbiamo visto giocare la nazionale italiana di calcio femminile, ma tu non giocavi a calcio nel Mesagne?”
Hanno preso il via il 7 giugno in Francia i Campionati del Mondo di Calcio Femminile. Dopo vent'anni di assenza, la nostra Nazionale, è riuscita a qualificarsi alla massima competizione e ha fatto il suo esordio il 9 giugno allo stadio Hainaut di Valenciennes: battendo l'Australia è riuscita a ribaltare i pronostici che ci davano per sconfitte o al massimo si pensava che un pareggio sarebbe già stato un miracolo. Ma ben presto, Bonansea e Co. hanno fatto vedere all'Italia intera di che pasta sono fatte le nostre meravigliose atlete, già battezzate come le “Ragazze Mondiali”.
Tutto ciò, per noi che siamo ex calciatrici ed appassionate di questo sport, è un momento di grande soddisfazione, se pensiamo che quando abbiamo cominciato a giocare negli anni ‘90, tutto ciò era ancora inimmaginabile per delle bambine, delle ragazze, delle donne...
All’epoca i nostri dirigenti, con molti sacrifici, non solo economici, ci hanno permesso di praticare il nostro sport preferito per molti anni a noi e a tante altre ragazze che provenivano da diversi paesi della provincia e non. Abbiamo superato non poche contrarietà, in famiglia, tra gli amici, con le istituzioni (basti pensare che la squadra per i primi tre anni di attività ha giocato le sue partite interne a Latiano e Brindisi). Adesso ci fermano in ogni luogo, e ci dicono: “ abbiamo visto giocare la nazionale italiana di calcio femminile, ma tu non giocavi a calcio nel Mesagne?”.
Certo che giocavamo (con pioggia, vento, freddo, sole ecc), lo abbiamo fatto per tanti anni tra l’indifferenza generale, era una disciplina da “trincea”, siamo stati osteggiati da tutto e da tutti, nell’indifferenza generale, eppure abbiamo partecipato per due anni consecutivi alla serie B nazionale (negli anni 1996/97 e 1997/98), calcando i campi da Perugia a Palermo passando per Roma, Catania e via discorrendo. Una nostra compagna di squadra ha militato nella serie A femminile (l’Agliana, squadra che ha vinto anche uno scudetto).
Adesso tanta gente rimane esterrefatta nel vedere le ragazze della Nazionale italiana che giocano a calcio e esprimono anche un bel gioco, si meravigliano che non sono “mascoline”, ma al contrario sono anche delle belle ragazze; adesso quasi tutti si accorgono e lo share, ad ogni partita teletrasmessa, continua ad aumentare. Queste ragazze si stanno prendendo tante soddisfazioni, anche con i massimi organi federali (vi ricordate le frasi offensive di qualche pezzo da novanta della F.I.G.C. che proferiva “cosa pretendono queste quattro lesbicucce”?). Si discute in questi giorni sulla riduzioni del terreno di gioco, ma l’evoluzione cui ambiscono le ragazze non è un campo più piccolo ma un mondo più largo, visibile a tutti.
Più di qualche persona con cui abbiamo dialogato ci ha detto: “allora voi avete anticipato i tempi”?...Certo, anche se nessuno ha mostrato interesse e sensibilità nei nostri confronti. Comunque, forza ragazze si lotta per vincere ma anche per sfatare alcuni tabù.
Carone Claudia
Nella foto Claudia Carone con il campione bulgaro Bojinov e una foto della squadra femminile del Mesagne