I segreti ed i retroscena raccontati dal direttore artistico e scenografo Mirko Milizia
Successo di pubblico e di critica per la seconda edizione del Presepe Vivente di Sava, denominato “Una luce della Notte”, promosso dall’Amministrazione Comunale di Sava (seguito in particolare dall’assessore Carmela Serio), in collaborazione con diverse associazioni locali. Ad illustrarci le novità è Mirko Milizia, da quest’anno direttore artistico e scenografo dell’evento.
«Non è stato facile trovare un punto di mediazione fra le diverse associazioni che hanno aderito, considerando che ogni uno di loro dispone di caratteri e personalità differenti» spiega Mirko Milizia, direttore artistico e scenografo del Presepe Vivente di Sava. «Ci sono stati diversi incontri tra le medesime, me e l’assessore Carmela Serio, durante i quali si è discusso su come intervenire, sulla scelta dei materiali, subordinata all’aspetto economico, sui percorsi e sull’effetto d’atmosfera scenica da infondere in questa edizione compreso lo studio per i costumi, di cui alcuni realizzati dalla signora Maria Antonietta Calò.
Da subito ho preparato dei bozzetti per meglio far comprendere la mia idea.
Una volta accettati, ho provveduto alla costruzione dei vari elementi come la grotta della Natività, collocata espressamente al centro della camera più grande del trappeto ipogeo di Roberto Corrado (anche lui impegnato in prima linea fino all’ultimo momento, mentre al figlio Walter si deve l’esecuzione del manifesto), per conferire una certa “spiritualità mistica” in tema con l’ibrida architettura del luogo, esaltata dalla attenta ricerca dell’illluminotecnica, studiata con il neo assessore Ivano Decataldo; infatti oltre alla Sacra Famiglia, non vi è presenza ne di figuranti ne di animali.
Altra location da me introdotta è stata l’accampamento romano costituita da una tipica tenda romana “contuberium”, gli scudi dalla inconfondibile decorazione identica al film de” Il Gladiatore”, la fontana di bacco dalla cui bocca fuoriesce vino ed altri aspetti di completamento generale, curati nelle postazioni dei mercanti, dei mestieri ecc…Purtroppo per deformazione professionale l’essere intransigente verso attenzione di carattere storico-scenografico, mi hanno portato il nomignolo di “pesante pignolo” della situazione.
A lavori terminati, a parte la stanchezza e lo stress accumulato in questi soli scarsi due mesi, a noi tutti ha ripagato subito l’interesse dei visitatori durante la prima serata di apertura al pubblico, rincuorandoci, nell’ascoltare i commenti positivi e soddisfacenti.
Posso aggiungere che tantissimo ancora avrei voluto realizzare ma il poco tempo a disposizione e il budget limitato hanno indotto al risultato ottenuto visibile attraverso le foto allegate. Si spera nel prossimo anno in un ampliamento e un completamento delle idee e degli effetti speciali previsti ma al momento bypassati…».