«L’81% dei rifiuti è rappresentato dalla plastica: 784 rifiuti ogni 100 metri»
«Ormai è una conseguenza quasi naturale, benchè di naturale non ci sia nulla . Dopo le mareggiate le spiagge diventano piccole discariche dove si pratica la raccolta differenziata. La spazzatura è praticamente tutta plastica che arriva dal mare. Ad ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge incrociamo rifiuti di ogni genere, dieci. Si tratta soprattutto di plastica, anche se i nostri litorali sono invasi da oggetti fatti con i materiali più svariati. E pensare che quello che riusciamo a vedere in spiaggia con i nostri occhi è solo il 15% di quello che entra nell’ecosistema marino, mentre il resto galleggia o affonda.
L’81% è rappresentato dalla plastica (784 rifiuti ogni 100 metri) e per una spiaggia su tre la percentuale di questo materiale eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati. Oltre a pezzi di plastica e polistirolo, anche tappi e coperchi di bevande, mozziconi di sigarette, cotonfioc e materiale da costruzione. E non manca l’usa e getta, uno dei principali nemici del nostro mare: ogni 100 metri di spiaggia si trovano 34 stoviglie (piatti, bicchieri, posate e cannucce) e 45 bottiglie di plastica. Sono oltre 10mila in totale le bottiglie e contenitori di plastica per bevande, inclusi i tappi (e anelli) censiti sulle spiagge, sostanzialmente la tipologia di rifiuti più trovata in assoluto. Presente anche una massiccia presenza di materiali da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti)segnala che spesso le spiagge vengono utilizzate come luogo per lo smaltimento illegale dei residui delle costruzioni o delle ristrutturazioni.
Bottiglie e contenitori di plastica per bevande costituiscono, invece, il 4,6% del totale; bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica usa e getta, con il 3,5%, sono all’ottavo posto. La metà dei rifiuti registrati in quest’ultima categoria è costituita dai soli bicchieri di plastica. Se sommiamo bottiglie e tappi di plastica da bevande trovati durante l’indagine arriviamo all’11,7% di tutti i rifiuti presenti sulle spiagge, 11 ogni 10 metri, un’incidenza più elevata di qualunque altro tipo di rifiuto. A chiudere la classifica dei materiali più trovati ci sono, infine, le retine per la coltivazione dei mitili (3,4%) e i frammenti di vetro o ceramica ... questi i numeri che pubblica Legambiente relative alla spiaggie monitorate...
Recentemente , è stata approvata alla Camera quella che con una certa enfasi ed una buona dose di ottimismo è stata definita “Legge salvamare”. Stabilisce che i rifiuti accidentalmente pescati in mare o nelle acque interne (fiumi e laghi) siano assimilati a quelli prodotti dalle navi. Per questo, una volta che l’imbarcazione arrivi in porto, potranno essere conferiti gratuitamente negli appositi centri di raccolta.
Molti rifiuti invece vengono stratificati nell'arrenile con le mareggiate .. Ed in estate noi stendiamo i nostri teli mare a prendere il sole ignari di cosa le nostre spiagge custodiscano .
Questi raffiorano dalla sabbia ,come è successo per Torre Ovo, in caso di mareggiate fortissime ... in questo video, un pezzo di spiaggia zona Villette Torre Ovo, marina di Torricella, in occasione di forti mareggiate sono raffiorati dalla sabbia rifiuti stratificati e seppelliti da anni. Molto importante non abbandonare rifiuti nell'ambiente e cambiare ne nostre abitudini volgendo sempre più verso il riciclo e il biodegradabile
Dalla spiaggia al mare, il passo è breve. Una volta finito in acqua si spezza in frammenti più piccoli per azione dell’erosione e delle correnti. questi frammenti, che possono raggiungere dimensioni microscopiche inferiori ai 5 mm di diametro, costituiscono una fra le principali cause di morte per soffocamento di molti pesci ed uccelli marini poiché vengono scambiati per cibo.
A causa di ciò, 115 specie marine sono a rischio, dai mammiferi agli anfibi.
L’ingerimento accidentale di plastica scambiata per plancton o meduse è un fenomeno così comune che il 52% delle tartarughe marine ne ha subito gli effetti.
se vogliamo difendere la salute dei mari e preservarne le forme di vita, la prima cosa da fare è cambiare le nostre abitudini di acquisto.
Come? Applicando i principi delle 4 R.
– Ridurre: optare per prodotti con meno imballaggi, borse in stoffa, batterie ricaricabili…
– Riusare: scegliere il vuoto a rendere, il vetro al posto della plastica…
– Riciclare: selezionare i rifiuti, adottare la raccolta differenziata…
– Recuperare: produrre oggetti diversi dalla loro funzione originale, inventare nuovi utilizzi…».
Ass. Torre Ovo & Friends
Ficcatelo in Tasca