Sono state raccontate da due utenti della comunità di recupero Airone di Manduria
Vi proponiamo un elaborato di un altro studente della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano” di Manduria, che racconta l’incontro con due utenti della comunità di recupero Airone di Manduria, che sono stati accompagnati dalla pedagogista Assunta Rossano.
Luca e Antonio (nomi di fantasia) sono due ex tossicodipendenti che hanno deciso di condividere con noi ragazzi la loro storia, augurandosi che nessuno di noi, pur vivendo momenti difficili, scelga la droga come soluzione perché la droga è morte.
La loro è una storia di rinascita. Conosciamoli meglio:
Luca e Antonio, a quale età avete iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti?
L: ho iniziato all’età di trent’anni.
A: io invece a trentacinque.
Quali sono state le prime sostanze utilizzate?
L: l’eroina
A: ho iniziato con le sigarette e sono arrivato alla cocaina
Quali sono le cause che vi hanno spinto nel baratro della tossicodipendenza?
L: ero un Sottufficiale dell’Esercito; durante una missione in Afghanistan ho assistito alla morte dei miei compagni; è stato terribile tanto da sconvolgermi la mia psiche.. Era importante cancellare l’evento traumatico subito.
A: tutto è iniziato con la perdita di mio padre; il dolore è stato devastante, non ho avuto il coraggio di chiedere aiuto e la droga mi sembrava la soluzione di tutto.
E’ difficile per un ragazzo trovare spacciatori che vendono la droga?
L: no, soprattutto se si vive in aree emarginate e di degrado dove è lo spacciatore ad avvicinarsi e a proporre la droga.
A: io invece frequentavo locali dove circolava molta droga.
Con quale facilità si entra in questo mondo?
L: purtroppo è molto facile, soprattutto dopo i trent’anni.
A: io credo invece che dipende molto dal carattere di ognuno.
Quanto spendevate in droga alla settimana? Come facevate a reperire i soldi?
L: spendevo circa mille euro a settimana e reperivo i soldi con metodi illegali.
A: anch’io spendevo una cifra simile.
Quale è stato il ruolo della vostra famiglia, dei vostri amici, in questa esperienza? Si sono accorti fin dall’inizio che facevate uso di droga?
L: purtroppo la mia famiglia non ha capito subito quale fosse il mio problema; invece con i miei amici avevo assunto un comportamento manipolatore finalizzato alla richiesta di denaro.
A: la mia famiglia non poteva accorgersi della situazione in cui ero precipitato visto…è stato il notevole consumo di denaro a far capire ai miei familiari più stretti che c’era un problema.
Come avete trovate la forza di cambiare?
L: quando ho avuto la consapevolezza della gravità della mia situazione.
A: quando ho toccato il fondo, stavo talmente male da tentare il suicidio e la comunità mi sembrava il modo migliore per tornare indietro.
Come è stato il vostro approccio alla comunità?
L: il primo approccio è stato particolarmente difficile perché non voluto fino in fondo.
A: nel mio caso invece la scelta della comunità è stata una conseguenza dell’arresto, devo ammettere che gli operatori mi hanno portato alla luce.
Quando si ha la certezza di essere usciti fuori dal tunnel? Avete mai avuto il timore di ricascarci?
L: purtroppo non si ha mai la certezza di esserne fuori.
A: anch’io la penso allo stesso modo.
Le ASL usano il metadone come terapia disintossicante. Per voi è la scelta giusta?
L: credo che la scelta del metadone come cura sia sbagliata perché comunque ti rende dipendente.
A: secondo me l’unica terapia disintossicante resta la comunità.
La società come ti vede adesso? E’ difficile trovare un posto di lavoro?
L: io sono riuscito a reinserirmi nella società, ho trovato un nuovo posto di lavoro, probabilmente sono stato fortunato.
A: sono le capacità che si hanno che contano veramente.
Qual è la vostra opinione sulla proposta di liberalizzare la vendita delle droghe leggere?
L: io non sono d’accordo.
A: secondo me la liberalizzazione eliminerebbe la figura dello spacciatore e ci sarebbero meno persone disposte a rubare per comprare la droga.
Grazie Luca e Antonio per la vostra testimonianza. Credo però purtroppo che oggi le droghe siano usate da alcuni ragazzi anche per migliorare le performance scolastiche. La cocaina per restare svegli e la marijuana per tranquillizzarsi trovano sempre maggior spazio nelle giornate degli studenti, per i quali diventa sempre più normale assumere regolarmente stupefacenti durante il loro percorso di studi, in una sorta di normalizzazione dello sballo che inevitabilmente ti distrugge.
Cristiano Giuliano