L’elaborato di Michele Mandurino, studente della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “Prudenzano”
Le forme di violenza sulle donne nel mondo sono diverse, ma di alcune non se ne sente mai parlare. E’ quanto accade per le mutilazioni genitali femminili.
L’associazione “Cicatrici” di Manduria è impegnata, da anni, nella sensibilizzazione contro questo tipo di violenza. L’associazione è attiva nel territorio da alcuni anni, sempre in prima fila su tematiche che riguardano il sociale e, in particolare, il mondo delle donne.
Nella nostra scuola abbiamo ricevuto la presidente di “Cicatrici” Valentina Palumbo, accompagnata da due altre attiviste, Maria Buccolieri e Pina Russo.
Ci hanno dato parlato di questo deprecabile fenomeno: la mutilazione genitale femminile. Essa consiste in un insieme di pratiche, nate nell’antico Egitto, di manipolazione dei genitali femminili per ragioni sociali e non a scopo terapeutico. Vengono praticate soprattutto su ragazze in età adolescenziale, perché se non mutilate, secondo la cultura di alcuni Paesi, non sono pronte al matrimonio.
In Guinea, Egitto, Eritrea, Somalia e nel Sudan, purtroppo, il 90% delle bambine vengono mutilate. Quelle che non vogliono farlo dovranno lasciare per sempre la propria comunità e quindi la propria famiglia. Bisogna sottolineare che le operazioni chirurgiche vengono effettuate, in luoghi non ospedalieri, da gente comune o donne che a loro volta le hanno subite da piccole, con oggetti non sterilizzati, rendendo alto il rischio di infezioni e un maggiore tasso di mortalità materna. Per tutte l’evento è un grande trauma: molte bambine entrano in uno stato di shock emotivo a causa dell’intenso dolore e del pianto irrefrenabile che segue.
Per fortuna in Occidente queste pratiche sono vietate, ma comunque l’Unicef parla di 180.000 bambine italiane che potrebbero essere mutilate illegalmente. Purtroppo, come tutte le pratiche radicate all’interno di una società, le mutilazioni genitali femminili non sono facili da abolire e la semplice creazione di leggi non è sufficiente. Per me non esiste un motivo valido per tollerarle e l’unico modo per fermare questo orrore sarebbe ribellarsi ad una cultura sbagliata continuando a denunciare questa pratica disumana e dolorosissima attraverso associazioni come “Cicatrici”, facendo campagne educative nei villaggi e nelle scuole per educare e rendere consapevoli le bambine delle scelte che prenderanno in futuro verso le loro figlie per permettere alle generazioni future una vita migliore.
Michele Mandurino
Scuola secondaria di primo grado
Istituto comprensivo Prudenzano