L’elaborato della studentessa Miriam Perrucci dell’istituto comprensivo “Prudenzano”
Sentir parlare delle cosiddette mutilazioni genitali femminili mi ha davvero sconcertato. Si tratta di una pratica violenta e crudele operata ai danni delle donne, molto diffusa in Asia e in Africa orientale.
Ma come funziona questa brutale tradizione?
A spiegarcelo sono state Valentina, Maria e Pina, rappresentanti dell’associazione “Cicatrici” di Manduria, nata il 17 gennaio del 2019.
Partiamo innanzitutto dicendo che questa è una pratica molto antica che interessa, nella maggior parte dei casi, ragazze adolescenti, anche se negli ultimi anni a subirla sono bambine molto piccole o addirittura neonate e questo per evitare di mantenere vivo il ricordo di un così atroce dolore. A questo punto chiediamoci: Perché avviene tutto ciò? A dire il vero non c’è nessuna motivazione scientifica o terapeutica alla base delle mutilazioni, bensì in questi Paesi è presente una radicata tradizione che si basa fondamentalmente sulla discriminazione sessuale.
Infatti, tutte le donne accettano di essere sottoposte a queste atrocità per poter essere accettate dalla società o per timore di essere rifiutate dalla loro comunità. Sono poche le ribelli che decidono di rinnegare la propria tradizione, le proprie radici e le proprie origini per ottenere un diritto….il diritto ad una vita normale.
La cosa che colpisce maggiormente è che queste operazioni sono in mano a gente comune e non a medici professionisti. Tutto avviene senza anestesia, senza particolari strumenti e le ragazze sono costrette a subire dolori atroci, sia durante l’operazione che durante il resto della vita a causa delle frequenti infezioni. Non si tratta naturalmente solo di dolori fisici, ma purtroppo anche di tanti disagi psicologici, come la paura, la rabbia, la frustrazione e la sfiducia nei confronti dei familiari che queste donne saranno costrette a vivere per tutta la vita. Qualunque credenza religiosa o tradizione ci sia dietro queste crudeli pratiche, le mutilazioni genitali femminili violano sempre i diritti delle bambine, delle ragazze e delle donne e personalmente ritengo che questo sia molto ingiusto.
Perché tutte queste povere donne devono essere costrette a vivere una vita di dolore e sacrificio solo per essere accettate dagli uomini? Perché ancora queste ingiustizie e queste disuguaglianze? Valentina, Maria e Pina sono il chiaro esempio di donne che non si rassegnano a tutto questo, che non lo accettano e lo combattono! Personalmente le ammiro molto, ritengo che siano un esempio da seguire e spero che un giorno molte donne si ispirino a loro come a tante altre persone che combattono per poter dire “basta” a tutto ciò.
Miriam Perrucci
Scuola secondaria di primo grado
Classe III D
Istituto comprensivo “Francesco Prudenzano”
Manduria