domenica 24 novembre 2024


14/05/2020 14:20:00 - Salento - Attualità

Il resto d’Italia meglio di Svezia e Olanda

Nella elaborazione grafica che vi proponiamo (trovata in rete), viene mostrato il tasso di mortalità della Lombardia confrontato con quello dei diversi Paesi del mondo. Non solo, si può vedere anche come cambia il ranking dell’Italia se si toglie dal computo l’impatto della Lombardia.

Con  14.839 morti se la Lombardia fosse una nazione risulterebbe al sesto posto al mondo per numero di decessi, poco sotto al resto d’Italia. Ma il dato più impressionante è il numero di morti rapportato alla popolazione: ogni milione di abitanti la Lombardia ha 1.469 morti, il doppio del secondo Paese, il Belgio, che è a 735. L’Italia ha 5 volte di meno il numero di morti della Lombardia: il resto d’Italia, senza questa regione, passerebbe da quarto a nono paese più colpito, meglio di Olanda e Svezia. Si sta molto dibattendo su quali possano essere le cause di un simile disastro. Le riassumiamo.

I Contagiati nelle RSA (per mancati controlli, scarse protezioni e delibera di spostamento dei positivi dagli ospedali)

La delibera dell’8 marzo e altre mancanze precedenti e successive hanno favorito la presenza di malati da Covid-19 nelle RSA, favorendo il contatto di contagiati con i numerosi anziani con pregresse patologie ospitati. A questo si aggiunge la carenza di dispositivi di protezione e una approssimativa e ritardata politica di test nelle RSA: perfino negli ultimi giorni si sono segnalati comuni lombardi che hanno dovuto acquistare i tamponi fuori regioni per eseguirli nelle loro RSA.

Focolai negli ospedali: per i troppi ricoveri in ospedali inizialmente privi di adeguati sistemi di protezione

I pazienti affetti da Coronavirus o con sintomi che ipotizzassero il loro contagio sono stati inizialmente  curati negli ospedali e senza isolare i reparti,  favorendo così la proliferazione del virus anche agli altri malati ricoverati per altre patologie. I medici e infermieri non avendo a disposizione gli strumenti adeguati di protezioni potrebbero avere contribuito a loro malgrado a trasmettere il virus ai loro pazienti. L’isolamento domestico, inoltre, invece che in strutture apposite, ha favorito anch’esso il Covid-19 anche tra i familiari. I dati sulle origine dei contagi segnalano infatti che  la stragrande maggioranza dei contagi ha avuto origine nelle RSA, negli ospedali e in famiglia.

No altre zone rosse dopo Codogno

Nonostante i buoni risultati ottenuti a Codogno, zona rossa insieme a Vo’ Euganeo all’inizio dell’epidemia, successivamente non sono state create altre zone controllate allo stesso modo.  In particolare a Nembro e Alzano Lombardo, i due focolai bergamaschi che hanno registrato la più alta concentrazione di contagiati e morti,  non sono stati chiusi nelle fasi iniziali dei contagi. Una responsabilità che è stata rimbalzata tra Regione Lombardia e Governo.

 











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