Piergiorgio Mossi, socio della sezione Fiab di Manduria, si schiera contro quest’arteria a scorrimento veloce e avanza, in alternativa, una proposta: trasformare la Maruggio-Avetrana in una via verde
«La Regionale 8? Non se ne capisce l’utilità: con molta probabilità, la politica nostrana conosce poco o affatto il territorio reale».
Piergiorgio Mossi, socio della sezione Fiab di Manduria, si schiera contro quest’arteria a scorrimento veloce e avanza, in alternativa, una proposta.
«La strada in questione è una strada particolarmente bella, ma sfortunatamente tale fascino lo si può interamente apprezzare solo attraversandola utilizzando la cosiddetta “mobilità lenta”» afferma Piergiorgio Mossi. «Percorrendola si sfiora ad esempio il bellissimo bosco del Marchese, fascia di vegetazione ancora sorprendentemente preservata, così come la macchia mediterranea della Scalella. Oppure si tocca l’itinerario archeologico della Marina, oppure l’antico canalone fluviale che porta alla preistorica grotta di San Martino. Per non parlare poi delle ormai stra-famose aree naturalistiche della salina dei Monaci e della palude del Conte, dove solo l’idea di un lavoro di sbancamento per l’ampliamento stradale con conseguente produzione di inquinamento fisico e acustico porterebbe alla irrimediabile rottura degli ecosistemi naturali in esse preservati. Anche i sostenitori di questa supposta necessaria infrastruttura riscontrano che il nostro territorio possiede questa enorme ricchezza turistica e come sia importante valorizzarla.
Si accantoni questo progetto e si utilizzino meglio le risorse economiche destinate alla costruzione di un inutile raddoppio di asfalto, privilegiando l’importanza di valorizzare il turismo soprattutto in una zona dove esso possa giovarsi di tanta bellezza e storia: trasformare l’attuale tratto di strada che congiunge Maruggio ad Avetrana, precisamente fino al congiungimento con la SP 359 Avetrana-Nardò, in una via verde» la proposta di Mossi. «Il che si traduce nell’operare esattamente al contrario da quanto sostenuto dai politici locali, cioè chiudere tale strada al traffico veicolare a motore e lasciare che essa sia percorribile unicamente da mezzi non inquinanti, biciclette, monopattini o, ad esempio, anche a cavallo, oltre che, naturalmente, a piedi.
Sarebbe un’opera a basso costo e richiederebbe certamente un atto amministrativo di grande coraggio, che, tuttavia, laddove si realizzasse, accrescerebbe la qualità della politica, differenziandola da quanto essa ha invece sostenuto in questi anni in tema di mobilità.
Senza considerare, peraltro, che le risorse avanzate da un opera faraonica, inutile e inquinante, potrebbero invece essere utilmente dirottate per completare quella strada già iniziata» conclude il socio della sezione Fiab di Manduria, «che asservirebbe molto più egregiamente le esigenze di un collegamento veloce tra Taranto e Lecce, e le cui strutture sono state attualmente lasciate al pieno degrado del tempo e dei vandali: la famosa e spesso famigerata “Bradanico Salentina”».