Una lettera aperta alle associazioni di settore della città di Manduria, alle aziende turistico alberghiere, a tutte le aziende di settore somministrazione cibi e bevande, alla Pro Loco di Manduria, a Slow Food Manduria, al Consorzio di tutela del Primitivo, al G.A.L. Terre del Primitivo, ai piccoli produttori, agli artigiani, agli agricoltori, ai passati e futuri politici della nostra città
Dopo più di 40 anni, a livello nazionale e territoriale purtroppo, un virus ci ha dimostrato e messo in evidenza quanto i settori del turismo, agricolo e della ristorazione siano importanti.
Tutto ciò dovrebbe avere un rilievo e un ruolo fondamentali all’interno della Fiera.
Purtroppo pero, negli ultimi 20 anni, ho notato a malincuore delle falle, che siano a livello burocratico, istituzionale o gestionale .
Invece di dar rilievo ai nostri settori sempre più in crescita, si adibiscono spazi in stand alla vendita di cover per smartphone, venditori di prodotti tipici siciliani, calabresi, prodotti e servizi non inerenti, giusto per riempire spazi che oltremodo rimarrebbero vuoti.
Vorrei capire perché l’assegnazione per la costruzione della stessa tramite bandi e appalti avviene sempre ad aziende al di fuori del territorio. E che la stessa spesso risulti con spazi non idonei a quei pochi settori che cercano di proporre beni e servizi.
Andando in giro per fiere, che siano campionarie o settoriali, si apprende quanto la nostra cara fiera sia diventata, ai miei occhi e non solo, ridicola. Ho anche pensato che in tanti anni di fiera come a nessun assessore e/o organizzatore sia mai venuto in mente di visitare qualche rassegna più importante per capire come migliorare la nostra. Lavorativamente questo termine viene sintetizzato dal termine stage.
Ritornando al settore del quale mi occupo, turistico ristorativo, ho spesso partecipato e dato un contributo alle organizzazioni, rappresentando chiaramente la struttura in cui lavoravo.
Ogni anno, invece di notare miglioramenti nell’aspetto organizzativo, notavo mancanze. Che fossero di attrezzatura, di acqua potabile, di spazi idonei, chiedendomi se le cene organizzate fossero una possibilità per le aziende di mettersi in mostra o fosse solo un modo come un altro di riempire qualche pancia e far bella figura.
Che la Fiera possa essere un segnale positivo e di rilancio per il nostro territorio.
Dobbiamo ripartire dal passato. Da quando negli spazi della fiera ci si ritrovava a comprare dagli artigiani locali.
Il nostro territorio, negli ultimi 20 anni, ha sviluppato un settore che negli anni addietro era inesistente, quando per esempio, a Manduria molti locali durante l’estate decimavano il personale per mancanza di lavoro e nella peggiore delle ipotesi chiudevano battenti per 4 mesi, per poi riaprire per la festa del Santo Patrono a settembre.
Uno dei primi obiettivi del territorio, da imporsi assolutissimamente, è la DESTAGIONALIZZAZIONE.
Perché ormai abbiamo ridotto il periodo estivo a luglio e agosto.
Quindi ritengo opportuno che lo spostamento della data da marzo a settembre sia una valida risorsa in più.
Tralasciando opinioni personali, credo che la mancata realizzazione dell’edizione precedente e il rinvio di questa del 2020 debbano essere un motivo in più rilanciare a giusto modo il nostro territorio. E trovo ancora più sensato lo spostamento nella prima settimana del mese di settembre, perché ci si ritrova ancora nel bel mezzo di un flusso turistico non indifferente, con la possibilità di ampliare il “portafoglio clienti”.
La fiera dovrebbe seguire degli iter logici, creando una rete che purtroppo non è mai esistita. I 5 punti che vi elencherò creano da soli un progetto che può diventare ambizioso per il territorio, andando a risvegliare un’economica che ha bisogno di essere messa in risalto. E allucinante come un’insieme di cose non vengano prese in considerazione. Pochi punti per poter realizzare una Fiera degna della città che la ospita.
Riassumendo cosi in 5 punti
1. TERRITORIO
2. AGRICOLTURA (viticoltura, olivicoltura, ...)
3. TURISMO DESTAGIONALIZZATO
4. RISTORAZIONE
5. RETE
Un territorio vastissimo, i nostri ulivi, i territori del Primitivo, i nostri pomodori, la terra dei Messapi, le nostre marine. È una terra che parla dal sola. L’agricoltura che rappresenta le nostre tavole, ciò che mangiamo.
Ragazzi che sempre più mettono in gioco il loro ruolo per offrire alla società un prodotto migliore. Siamo una generazione che si mette in gioco. Però dovreste darci la possibilità di farlo.
Ristoranti, pub, bar, masserie didattiche, il ritorno di molti ragazzi che investono nelle proprie terre. Pensate sia facile avviare un’attività?
Il nostro settore agricolo, con le eccellenze sempre più fiorenti, le nostre vigne. Pensate in una fiera a settembre, dove non solo la si può organizzare in uno spazio fiera, ma creando dei percorsi nelle aziende del territoriale, perché no, direttamente nelle vigne, con cene organizzate, eventi, con supporto di associazioni che già hanno una serie annoverata di eventi alle spalle, citando per esempio Vino è musica, format presente a Grottaglie nel mese di luglio.
Pensiamo al concetto di destagionalizzare il turismo. Di concedere due mesi in più all’estate e quindi all’economia. Pensate ad una rete funzionale, dove l’accoglienza e la qualità fanno la differenza.
Immaginate una fiera che ruota intorno a questi 5 fattori, dove l’esperienza di che espone si trasforma in una vetrina con grosse possibilità espositive su un territorio regionale e non solo.
Una fiera dove a esporre saranno produttori del territorio, dal nostro olio ai nostri vini, eccellenze agroalimentari, dei nostri artigiani, delle nostre aziende. Si perché necessita aprire e creare una nuova rete, non solo nell’ambito Manduria, ma affacciandosi alle città che la circondano.
Ci vorrà tempo, lavoro, un grande sforzo per poter organizzare tutto senza tralasciare nulla , ma l’obiettivo, quando diventa comune, lo si raggiunge sempre con meno fatica.
Alessandro Sammarco