Cristian Caraccio: «Quest’anno c’è un ospite in più, invisibile ma scomodo, si chiama Covid: è necessario ancor di più organizzare le distanze e offrire servizi in sicurezza sulle spiagge. Ma è avvilente voler fare, proporre, adoperarsi, per restare inascoltati da chi, dovendo gestire, resta volutamente sordo alle esigenze di sicurezza e di ordine pubblico di questo comune»
«Ormai le liti fra gli ombrelloni tra chi vuole rispettare le distanze e chi vive in totale inciviltà sono all’ordine del giorno. Si intervenga subito affidando, in via temporanea gratuita, piccole aree di demanio agli operatori turistici, associazioni, privati, con l’impegno di mantenere il decoro e la pulizia dell’arenile, oltre al fondamentale distanziamento dei bagnanti».
In attesa di disposizioni specifiche, gli operatori turistici in difficoltà, i residenti, a pochi giorni da luglio, continuano invano a lanciare appelli agli organi competenti.
«Negli anni precedenti abbiamo sofferto le mancate concessioni di piccole zone, necessarie per offrire servizi a coloro che vengono a gioire della nostra bella costa: puliamo noi la spiaggia, facciamo di tutto per lasciare a chi viene a San Pietro in Bevagna un buon ricordo» afferma Cristian Caraccio, proprietario di un noto albergo lungo la costa manduriana. «Quest’anno c’è un ospite in più, invisibile ma scomodo, si chiama Covid: è necessario ancor di più organizzare le distanze e offrire servizi in sicurezza sulle spiagge. Ma è avvilente voler fare, proporre, adoperarsi, per restare inascoltati da chi, dovendo gestire, resta volutamente sordo alle esigenze di sicurezza e di ordine pubblico di questo comune. Siamo lasciati allo sbando. Solo collaborando tra istituzioni, imprenditori, cittadini, organi di controllo, si potrà tutti insieme superare un’estate a rischio che, con la festività di San Pietro e Paolo, entrerà nel vivo».
L’operatore turistico si sofferma sui problemi che già si cominciano a profilare lungo tutta la litoranea.
«I turisti provenienti da fuori regione si dovranno riversare, nel nostro caso, quasi esclusivamente su spiagge libere con centinaia di accessi: parliamo di oltre 18 km di spiaggia libera di competenza comunale, nella quale vi sono purtroppo solo 3-4 lidi operativi, ma forse qualcuno non aprirà per le non poche difficoltà derivanti dalla riduzione dei posti utilizzabili, né gli viene data facile possibilità di aumentare temporaneamente gli spazi per la sicurezza sanitaria».
Arriveranno i vacanzieri che, da molti, vengono considerati come possibili untori; d’altra parte, invece, si aspettano di poter trascorrere le vacanze in luoghi sicuri, senza rischi, quindi con aspettative di sicurezza e distanziamento per tutti.
«I turisti, seppur tracciati da strutture, lidi, ristoranti, si mischieranno nelle spiagge in promiscuità giornaliera con i tanti residenti anonimi (non tracciati) o con chi arriva dalle province limitrofe, per godere delle belle spiagge di San Pietro in Bevagna, con ciò vanificando la tracciabilità e le misure di tutela sia per i residenti, sia per i turisti e i giornalieri.
La nostra proposta? Chiediamo, da tempo e senza ricevere risposte purtroppo, di stipulare delle convenzioni con chi è sul territorio per operare in sicurezza e far stare serena la gente nei siti sensibili, nel rispetto dell’ordinanza regionale, di concedere ampliamenti per chi già opera, per poter delimitare piccole porzioni di arenile in sicurezza in particolari aree a rischio. Delimitazione con una semplice corda, ponendo giornalmente gli ombrelloni distanziati e senza alcuna opera fissa a vantaggio di tutti. Anzi pulendo e fornendo un servizio alla collettività in totale collaborazione con gli organi preposti al controllo, che questa estate non potranno intervenire ovviamente ad ogni chiamata per il controllo in oltre 150 accessi su 18km, avendo peraltro tanti compiti sul territorio. Noi ci proponiamo restando inascoltati. Eppure siamo sul posto, siamo disponibili, siamo pronti a collaborare con gli organi di controllo e dare servizi e sicurezza ai fruitori delle spiagge caraibiche delle marine di Manduria.
Senza collaborazione è facile prevedere un’estate di assembramenti, risse (già accadute) e problemi di ordine pubblico e sanitario, non escludendo i rischi di nuovi focolai e vanificando il tracciamento. Zero cartelli, zero voglia di dare a noi manduriani un’estate sicura come invece fatto in tanti altri comuni costieri.
Sarebbe auspicabile buon senso e che l’Amministrazione venga urgentemente incontro alle esigenze reali dei cittadini, degli imprenditori e dei turisti che vengono a portare risorse sul tratto di costa che amiamo, creando in sinergia posti di lavoro e benessere per la collettività. Purtroppo negli ultimi anni le marine sono abbandonate ad un tale degrado da scoraggiare anche i più innamorati del luogo. San Pietro 30 anni fa aveva locali ed ospiti famosi nei weekend, oggi è un faro spento sulla costa ionica salentina. I commissari sono inavvicinabili, sordi, situazione assurda, pur essendo loro i responsabili della sanità pubblica di Manduria. Speriamo non sia il presagio dell’ennesima catastrofe per il nostro territorio ed un’economia in forte crisi. Chi volesse aggregarsi a noi per sostenere la nostra economia e futuro per i nostri figli è il benvenuto per costituire un gruppo di persone che insieme promuovano un progetto evolutivo per Manduria e le nuove generazioni».