L’iniziativa promossa dalla sezione di Manduria dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia
La città di Manduria ha ricordato Antonio Dimitri, il maresciallo dei Carabinieri che perse la vita il 14 luglio del 2000 mentre cercava di sventare una rapina in corso in un istituto di credito di Francavilla Fontana.
Su iniziativa della sezione di Manduria dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia (per l’occasione era presente anche il presidente nazionale Gaetano Ruocco), è stato dapprima deposto, in mattinata, un mazzo di fiori sulla tomba del carabiniere, insignito della medaglia d’oro al valor militare, e poi, in serata, è stata celebrata, alla presenza di numerose e importanti autorità civili, militari e politiche, una Messa nella vita intitolata ad Antonio Dimitri.
«Abbiamo inteso ricordare il valore del suo sacrificio, pagato con la vita, riflettendo sui valori che contraddistinguono il nostro sodalizio: l’attaccamento al dovere e alle istituzioni, il senso civico, i principi della legalità, lo spirito della solidarietà» ha affermato Giuseppe Attanasio, presidente della sezione manduriana dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia, peraltro intitolata proprio al mar. Antonio Dimitri.
Ai genitori del maresciallo Dimitri (la mamma Anna Lucia e il papà Florenzo, presenti all’iniziativa di commemorazione), si è rivolto il parroco don Dario De Stefano.
«Siamo consapevoli che, nonostante il tempo scorra, la ferita per la perdita di un figlio rimane sempre aperta nell’intimo di chi lo ha generato alla vita» ha rimarcato don De Stefano. «Ho un personale ricordo di quell’evento. Ero da qualche anno sacerdote e vicario parrocchiale presso la chiesa del Carmine che si affaccia sul viale Lilla a Francavilla Fontana, e in un caldo pomeriggio, appena rientrato da un campo scuola, mi trovai, mio malgrado, di fronte a quella scena terribile che generò in me e nei ragazzi tanto sgomento e nel contempo divenne una provocazione per un percorso di educazione alla legalità e alla giustizia.
Ricordare, dunque, oggi deve essere per tutti noi motivo per scoprire una fecondità capace di attraversare il tempo e di trasmettere ancora quei valori che non tramonteranno mai, nonostante il male, in modo subdolo e dilagante, tenti purtroppo di offuscare, sino a generare una distorta visione della vita. Ricordare è, perciò, anche custodire, affinché la memoria possa mantenere alta in noi l’aspirazione verso il bene, per non correre il rischio di vivere i nostri giorni da rassegnati, di adattarci a un mondo banale perdendo il gusto delle cose grandi».