Dapprima violenze domestiche, prevalentemente verbali; seguono appostamenti, intrusioni nell’abitazione della vittima e minacce di morte, fino ad arrivare ad aggressioni fisiche
Scatta la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa per un manduriano di 61 anni.
La persona offesa è la ex compagna, i motivi alla base del provvedimento - emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Taranto - la condotta dell’uomo che integra gli estremi della fattispecie penale prevista dall’art. 612-bis c.p., ossia “atti persecutori”, comunemente definiti “stalking”.
La vicenda, minuziosamente ricostruita dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Manduria, segue un copione, purtroppo, già visto altre volte: la mancata accettazione dell’interruzione di una relazione a cui seguono condotte di gravità crescente. Dapprima violenze domestiche, prevalentemente verbali; seguono appostamenti, intrusioni nell’abitazione della vittima e minacce di morte, fino ad arrivare ad aggressioni fisiche.
Infatti, anche dopo aver trovato la forza di abbandonare l’abitazione che condivideva con il compagno, a causa dell’esasperazione per la sua gelosia ossessiva, la donna era costretta a subire le continue vessazioni dell’uomo che si presentava a qualsiasi ora presso il suo nuovo domicilio, pretendendo di essere messo a conoscenza di ogni suo spostamento.
Una sera, la donna veniva svegliata di soprassalto da un rumore improvviso: era il rumore prodotto dall’avvolgibile che l’ex compagno stava tentando di sollevare per verificare chi ci fosse all’interno dell’abitazione. L’uomo, inoltre, urlava pretendendo di entrare in casa e, al rifiuto della donna, si dirigeva, come un forsennato, verso le altre finestre dell’abitazione, sempre al fine di verificare l’eventuale presenza di altre persone all’interno della casa, dopodiché si allontanava proferendo al suo indirizzo minacce di morte.
Ma la completa assenza di freni inibitori lo spingeva anche ad aggredire chiunque si frapponesse tra sé e la ex compagna.
Una mattina si presentava dinanzi alla porta dell’abitazione di un’amica della donna – ove questa aveva trovato rifugio per il timore derivante dalle sue continue incursioni - pretendendo di sapere dove fosse. Alle risposte elusive che gli venivano fornite reagiva aggredendo con calci e schiaffi l’amica della donna che doveva far ricorso alle cure del Pronto Soccorso del locale nosocomio.
Le condotte reiteratamente poste in essere dall’uomo - di gravità tale da cagionare alla donna un perdurante stato di ansia e di paura anche per la propria incolumità e che hanno portato ad uno stravolgimento delle abitudini di vita della stessa – sono state ricostruite e ricomposte, dal personale del Commissariato di P.S. Manduria, all’interno di un quadro indiziario univoco che ha determinato l’Autorità Giudiziaria all’emissione del provvedimento del divieto di avvicinamento alla vittima ed ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati, accompagnato dal divieto di comunicare in qualsiasi modo (a voce, per telefono, citofono o altri strumenti di comunicazione, anche informatici o mediante social network nonché mediante terze persone o messaggi scritti) con la predetta.